L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Fabregas, attuale allenatore del Como.
Come fa una società a esonerare un allenatore reduce da 7 punti in tre partite e potenzialmente terzo in classifica? Come fa una proprietà tanto ambiziosa da volere la A a prendere una decisione così rischiosa? Come fa una proprietà così attenta alla comunicazione e all’immagine a dare una svolta simile tra tanti silenzi e poca chiarezza? Le domande, in questo tiepido novembre, sorvolano le acque del lago e si ripetono con mille risposte nelle vie di Como, fino a rimbalzare dentro lo stadio. I tifosi di qui, reduci da anni tormentati tra fallimenti e rinascite dai dilettanti con dirigenze non sempre specchiate, non se la sono sentita di protestare, perché una proprietà come quella degli Hartono è un lusso e sanno che, prima o poi, li riporterà in Serie A. L’esonero di Moreno Longo ha fatto più scalpore lontano. E la promozione dalla Primavera – temporanea per il club ma definitiva nei fatti – di un nome come quello di Cesc Fabregas suscita curiosità anche all’estero, magari negli Usa, dove il Como ha appena ceduto i diritti per la diretta delle sue partite.
L’esperienza non manca a Fabregas, così come l’educazione e la proprietà dell’italiano, dopo un anno e mezzo sul lago. La curiosità però è tutta per il Como che farà vedere da domani con la Feralpisalò, e soprattutto martedì nel derby con il Lecco che i tifosi vogliono vincere anche giocando male. Il nuovo allenatore non s’è sbilanciato: «Ho trovato ragazzi disponibili che hanno lavorato bene, la squadra è forte e capace di affrontare questa svolta. Molti giocatori sono anche miei amici perché giocavo con loro, sono molto positivo. La formazione? Posso solo dire che… io non gioco!». Una battuta che ci sta. Ma che Como sarà? «I tifosi vogliono una squadra che vince e attacca: sarà così. Ho idee diverse da Longo, qualcosa cambierà (difesa da 3 a 4 per esempio, ndr ); se il Como è forte è merito suo, ma deve diventare più protagonista con la palla. Non ho modelli o esempi del passato, il calcio è uguale ovunque. Il Catanzaro viene dalla C ma fa il calcio più bello della B: io studio molto i video con i miei collaboratori e credo nello spettacolo, giocando a testa alta, dando emozioni ai tifosi». L’unico dribbling di Fabregas è stato sulla decisione del club, che sarebbe stata architettata da lui stesso con la proprietà: «No no, mi hanno telefonato domenica alle 15.11 per l’annuncio. Io non sapevo nulla: loro vogliono andare in A e noi ci proviamo».