Colpo di scena Chievo: il Consiglio di Stato riapre il caso-svincolo, decisione Tar congelata

Colpo di scena che riguarda il Chievo Verona.

Come si legge su “L’Arena” il Consiglio di Stato ha congelato la decisione del Tar che nella fase di merito aveva di fatto confermato la sentenza emessa nel provvedimento d’urgenza, avvallandone l’esclusione dalla Serie B così come la decisione immediatamente successiva di svincolare d’ufficio tutti i giocatori della società, passaggio in questi casi lecito ma rimesso ora in discussione proprio alla base. Il punto è proprio quello più che il titolo sportivo, quel valore tecnico e quindi economico cancellato in un attimo dalla Figc dopo che il Chievo appena aveva perso la B. Senza perdere un attimo.

Il capitolo adesso è tutto da ridiscutere. Tanto che Marco Brunelli, segretario generale della Federcalcio, ha inviato una comunicazione alla Lega di Serie A, alla Lega di B, alla Lega Pro, alla Lega Nazionale Dilettanti e all’associazione calciatori sottolineando che «il Consiglio di Stato ha parzialmente sospeso sino alla camera di consiglio del 23 giugno la sentenza del Tar del Lazio n 7045/2022 ed in ragione di tale decisione non possono essere tesserati i giocatori dell’A.C. Chievo». Il punto di partenza di un nuovo filone della vicenda che potrebbe garantire un maxi risarcimento.

Ripassare l’argomento. Vuole ragionarci il Consiglio di Stato, di fatto l’appello dopo il tribunale amministrativo del Lazio, deciso a ripassare tutta la questione. A prender tempo, soppesando ogni virgola. Stoppare il Tar non vuol dire necessariamente contraddirlo, ma di sicuro il provvedimento è un varco che si apre ad alimentare le argomentazioni del Chievo che mai in questo ultimo anno ha abbassato la guardia. Continuando sempre a lavorare coi suoi legali per dar battaglia in ogni sede, fedele alla linea di Luca Campedelli convinto che «prima o poi un giudice ci darà ragione». Anche, se necessario, andando alla Corte di giustizia europea. Quel momento tanto inseguito potrebbe essere arrivato ora, apertura che permetterebbe in teoria al Chievo prima di tutto di sistemare la sua posizione debitoria dopo la richiesta di rateizzazione bocciata in primis dalla Covisoc e successivamente da tutti i gradi della giustizia sportiva fino al Collegio di Garanzia del Coni e quindi al Tar che non hanno mai di fatto preso in considerazione il blocco delle cartelle di pagamento previsto dalle norme emergenziali nel periodo del covid. Vecchi debiti, per il Chievo spalmabili nel tempo ma non per tutti i tribunali a cui Campedelli s’è rivolto.