L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul closing imminente tra Palermo e City Group.
Il “vecchio” e il “nuovo” coincidono. La linea della continuità, rappresentata in questo caso dalla conferma del ds Castagnini, e quella della novità visibile tra pochi giorni con l’insediamento delle figure targate City Football Group e chiamate ad allargare l’area tecnica, si incontrano in un punto: la valorizzazione dei giovani. Core business di un progetto, quello della holding fondata dallo sceicco Mansour, che guarda anche al futuro. Attraverso i contatti avvenuti tra i propri emissari e l’attuale dirigenza rosanero, i nuovi investitori avranno già capito che le loro idee in merito alla costruzione della squadra rispecchiano l’indole dei protagonisti del ciclo triennale culminato con la B. Il ds Castagnini, in procinto di rinnovare il contratto in scadenza, continuerà a sfruttare i propri canali ma rispetto a quanto fatto finora avrà un vantaggio competitivo garantito dagli input provenienti dalle new-entry intenzionate, in virtù delle loro conoscenze e del monitoraggio di bacini specifici come il Sudamerica.
VISITE. In attesa della ratifica di una trattativa ormai definita come dimostra anche il “movimento” che c’è in questi giorni presso gli uffici del “Barbera” dove ieri si sono recati alcuni componenti del settore Performance del City Football Group guidati dal fisioterapista dei Citizens, Federico Genovesi – ex rosanero (dal 2012 al 2016) in qualità di responsabile dei fisioterapisti – e arrivati in città per confrontarsi con gli attuali dipendenti in relazione alle metodologie di lavoro, cominciano ad emergere le linee guida che verranno impostate in sede di allestimento dell’organico. Pur facendo parte di un network, il Palermo non sarà né una succursale del Manchester City (che, peraltro, in base alle nuove norme Fifa non potrà sforare il tetto di 8 prestiti) né una “palestra” per giovani dell’Academy City (la Figc non autorizza in B tesseramenti di calciatori extracomunitari, status con cui sono riconosciuti gli inglesi dopo la Brexit) ma sarà considerata una realtà comunque con una propria identità e che nutre determinate ambizioni. E il fatto che i nuovi proprietari potrebbero presentarsi mettendo sul tavolo i 4,5 milioni richiesti dalla Juventus per Brunori, investimento inedito da parte del City Group per un club di seconda divisione, conferma che rispetto al Troyes o al Girona per restare in Europa e nell’orbita City, la società rosa poggia su basi diverse.
LINEE GUIDA. Se dovesse rimanere, l’attaccante italo-brasiliano seguito da società di A sarebbe uno dei tasselli pregiati di un mosaico che sarà composto da diversi giocatori di prospettiva. Uno potrebbe essere Alessandro Plizzari , portiere dell’Under 21 per il quale si sta valutando l’acquisto in prestito. E’ di proprietà del Milan, club in cui milita anche Marco Nasti (19), bomber della Primavera rossonera entrato anche lui nei radar del club di viale del Fante.