L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” ha riportato una lunga intervista a Massimo Ferrero, il quale dichiara di voler tornare ad essere il presidente della Sampdoria.
Ecco le sue parole:
«Guardando la partita con il Torino in televisione, la settimana scorsa, mi sono sentito male. Ho accusato un fortissimo attacco d’ansia… ne parlo ora perché so che è uscita sui social e anche su qualche giornale. Ho molto pudore della mia privacy. Sono andato al pronto soccorso. La situazione della Sampdoria mi fa molto soffrire. Non riesco, non posso restare inerme. Ho sempre avuto fiducia in Marco Lanna, tanto è vero che l’ho messo al mio posto, quello di presidente, sapendo anche che era una figura molto gradita dalla tifoseria blucerchiata. Sta lavorando, ha scelto lui ad esempio Dejan Stankovic. Mi colpiscono la sua serenità, il sorriso che riesce a mantenere in questo periodo. Si rende conto della situazione o è un grande attore? Io invece sicuramente mi sento molto male perché sono cosciente della gravità del rischio che corre la Sampdoria”.
«Ritorno alla Samp? Me lo auguro. Ci sto lavorando perché il mio obiettivo è quello di cercare di riportarla in un porto sicuro. La verità è che la mia famiglia è proprietaria della società blucerchiata e quindi in tale qualità ho sempre continuato, continuo e continuerò ad interessarmi delle sorti della squadra perché rappresenta nove anni della mia vita. Negli ultimi mesi la situazione economica e sportiva è precipitata. Voglio mettermi in gioco e devo trovare le risorse economiche per andare avanti fino a fine stagione e per rinforzare la Sampdoria. Ci vogliono innesti di nuovi calciatori nella prossima finestra del mercato di gennaio, secondo me almeno sei. Ma nello stesso tempo bisogna finirla con la guerra, chiedo una tregua ai tifosi. Ruolo nella società? Questo non lo so ancora. Un mio ritorno solleverebbe il tifo blucerchiato già saturo? Lo so, e per il bene della Sampdoria per cortesia facciamo la pace e non facciamo la guerra. Chiedo una tregua. Sono consapevole in passato di avere commesso degli errori, a volte mi sono espresso male a causa della mia… “romanità”. Un lessico particolare, una cultura differente. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito offeso, non era assolutamente mia intenzione. Penso però che adesso solamente l’unione, e non la divisione, possa aiutare la Sampdoria. Basta pregiudizi, basta violenza. Aiutatemi ad aiutare la Sampdoria a uscirne. Garantiamo un futuro all’altezza e vi do la mia parola d’onore che una volta che la squadra approderà in un porto sicuro io sparirò e vi ringrazierò per sempre».