City Group Assemblea plenaria del gruppo a Bahia. Tolleranza zero sulle scommesse. Calciatori dei club sotto controllo

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul City Group e l’assemblea plenaria del gruppo Bahia.

Il City Group, super potenza del mondo del pallone voluta dallo sceicco sceicco bin Zayd Al Nahyan, che sotto il proprio ombrello riunisce tredici società calcistiche sparse per quattro continenti (ovvero Manchester City, New York City, Melbourne City, Yokohama Marinos, Torque di Montevideo, Girona, Sichuan Jiuniu, Mumbay City, Lommel, Troyes, Palermo, Bahia e Club Bolivar però “solo” come partner), ha applicato la politica della tolleranza zero nei confronti della ludopatia e per prevenire il rischio che i propri tesserati abbiano problemi legati al calcioscommesse.

IL VERTICE DI BAHIA

I giocatori devono attenersi al codice etico, mentre – prima di accordarsi con un calciatore – vengono monitorati (da chi di dovere) tutti gli aspetti legati alla vita extracalcistica del prescelto, con particolare attenzione proprio ai problemi dovuti alla ludopatia. Questo anche perché convinzione di chi dirige il gruppo è che la forza del giocatore sia espressione sì di quanto combina in campo, ma soprattutto del modo in cui gestisce a 360° la propria esistenza. E il City Group, oltre ad aver dotato di attrezzature all’avanguardia i club sotto la sua egida, ha sempre favorito lo scambio di informazioni tra società geograficamente molto lontane. L’ultima assemblea plenaria del gruppo, tra l’altro, si è tenuta a Bahia proprio durante questa sosta riservata alle nazionali: un meeting volto ad analizzare problemi comuni e ad ottimizzare la gestione delle risorse nonché l’interscambio di informazioni tra i presenti.

La politica di tolleranza zero su quanto riguarda le scommesse, riguarda, come sottolineato, pure l’acquisto dei giocatori. In tal senso, c’è un retroscena paradigmatico legato all’estate. Il Manchester City si è ritirato dalla corsa a Lucas Paquetà in quanto giocatore “chiacchierato” per via dell’indagine aperta dalla Football Association per il sospetto che il brasiliano abbia puntato su una sua ammonizione in tre diversi match di Premier. La federcalcio inglese, come ha riportato il Daily Mail, avrebbe analizzato le gare del West Ham contro Aston Villa (11 marzo), Leeds (21 maggio) e Bournemouth (12 agosto). Proprio quest’ultima partita avrebbe alimentato la “curiosità” degli investigatori perché Paquetà, nei minuti di recupero, ha spintonato Zabarnyi e polemizzato contro l’arbitro “forzando” il cartellino giallo. Solo il fatto che il brasiliano sia stato collocato sotto la lente di ingrandimento della Football Association, ha fatto sì che il Manchester City facesse saltare il suo trasferimento, ormai ai titoli di coda. Però, come sottolineato, su certi argomenti Khaldun Al-Mubarak, presidente del City Group, non transige: anche a costo di abbandonare una pista di mercato ben avviata o, addirittura, come nel caso del brasiliano, in chiusura.