L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sullo sciopero in programma domani.
Una giornata di protesta per buona parte dei lavoratori e di passione per chi si troverà alle prese con le conseguenze dello sciopero generale: a rischio non solo i trasporti ma anche le poste, gli sportelli Inps e altri uffici pubblici. Domani scendono in piazza Cgil e Uil contro la manovra e in particolare la politica fiscale del governo Draghi con un’astensione dal lavoro prevista per l’intera giornata. Palermo è anche una delle quattro piazze nazionali che affiancano la manifestazione a piazza del Popolo a Roma, le altre sono Milano, Bari e Cagliari. A piazza Verdi a partire dalle 9 i segretari regionali Luisella Lionti ( Uil) e Alfio Mannino ( Cgil) parleranno davanti a una platea che dovrebbe superare i cinquemila lavoratori provenienti da tutte le province siciliane.
Già ieri pomeriggio erano stati confermati una settantina di pullman organizzati dalle due sigle sindacali. «Ci aspettiamo un’adesione massiccia – spiega Alfio Mannino – a iniziare dalle zone industriali, i petrolchimici di Priolo e Augusta ma anche fra i lavoratori dei tribunali, dei marchi del commercio e della grande distribuzione. Ma in piazza ci sarà anche chi in teoria non potrebbe scioperare come i rider perché in Sicilia questo sciopero diventa soprattutto una protesta contro la precarizzazione del lavoro. Qui persino la ripresa economica sta creando altri precari. I dati parlano chiaro: l’ 80 per cento del nuovo lavoro creato in questi mesi è a tempo determinato o comunque precario».
Ma l’allarme dei sindacati riguarda proprio l’effetto che la manovra del governo Draghi avrà in Sicilia, o meglio l’effetto che non avrà. « Nella nostra regione ci sono oggi 2.700.000 contribuenti – spiegano Mannino e Lionti – ma per oltre i due terzi di questi il taglio dell’Irpef non avrà alcuna ricaduta. Nessun risparmio per il milione e 600mila siciliani con un reddito fino a 15 mila euro e uno sgravio che sarà praticamente azzerato dall’aumento delle tariffe e delle bollette per altri 649mila che hanno un reddito fino a 26 mila euro».
I sindacati, alla fine, calcolano che nell’Isola l’ 87 per cento dei cittadini non avrà alcun beneficio dalla manovra. « In piazza ci saranno anche i pensionati – aggiunge Lionti – e chi sta per andare in pensione e viene continuamente travolto dai continui cambiamenti, fra quota 100 e 102. Ma saranno accanto proprio ai tanti giovani precari che entrano tardi nel mondo del lavoro, con contributi saltuari e speso esigui e che vedono la pensione come un miraggio».