“Chiuso per 2 giorni in una stanza”: Cavani e la disperazione ai tempi di Palermo | Lo aspettavano tutti fuori
Retroscena agghiacciante per il calciatore uruguaiano, che ha vissuto attimi davvero assurdi durante il suo periodo in rosanero.
Uno dei giocatori più importanti della storia del Palermo, e anche della nazionale uruguaiana, è stato senza dubbio Edinson Cavani. Cresciuto nelle giovanili del Danubio, nel gennaio del 2007 furono proprio i rosanero a portarlo in Italia per circa 5 mln di euro. Nei due anni nel capoluogo della Sicilia il ragazzo segnò tanto e si è messo in evidenza.
La consacrazione definitiva però arrivò nell’estate del 2010, durante ai mondiali in Sudafrica, dove giocò alla grande trascinando la sua selezione quasi fino alla finale. Fu proprio in quel momento che il Napoli spinse sull’acceleratore e lo acquistò. Da lì la sua carriera è andata in crescendo. Negli azzurri divenne uno degli attaccanti più forti in circolazione, tanto da attirare le attenzioni dei principali club europei.
Il PSG fece il passo decisivo, e mettendo sul piatto la bellezza di 65 milioni di euro lo portò sotto la Torre Eiffel. Nei suoi anni parigini Cavani continuò a segnare un numero pazzesco di gol, stessa cosa che fece poi al Manchester United e al Valencia. Al momento il Matador si trova nella rosa del Boca Juniors dall’estate del 2023, dove continua a far impazzire i tifosi della Bombonera.
Una rivelazione che ha sconvolto tutti
E’ proprio su Edinson Cavani che però di recente è saltato fuori un racconto a dir poco clamoroso, risalente proprio ai tempi di Palermo, che ha lasciato tutti senza parole.
A quanto pare infatti il bomber uruguagio è rimasto chiuso per diverso tempo in una stanza senza poter nemmeno uscire fuori. Una mossa disperata fatta nei suoi confronti per una sola ragione.
Le affermazioni di uno dei protagonisti della vicenda
Di recente il dirigente sportivo Rino Foschi ha raccontato ai microfoni di TMW proprio la trattativa che ha portato in rosanero Edinson Cavani, riportando, in termini anche piuttosto scherzosi, alcuni dettagli. Di seguito le sue affermazioni.
“Cavani lo abbiamo preso grazie al mio gruppo di lavoro, seguivamo Pato al Mundialito ma poi vedemmo l’uruguayano. L’ho portato in albergo e l’ho chiuso lì fino alla firma, perché c’erano altri club che non voglio citare che erano a Milano per provare a prenderlo. Alla fine l’ho portato a casa”. Parole che fanno capire quanto sia stata difficile l’operazione per il suo acquisto e soprattutto indicano come ha fatto a scipparlo alla concorrenza.