Chievo, Campedelli furioso: «Paghiamo solo noi: e il sindaco non mi ha risposto»
Luca Campedelli, ancora proprietario del Chievo, un tempo il presidente più giovane della Serie A, a 52 anni si guarda i palmi delle mani.
Queste le sue parole riportate da “Trivenetogoal.it”:
Cos’è successo al Chievo Verona? «La Figc ha deciso che non potevamo iscriverci né in Serie B, dove eravamo, né nei dilettanti. La ragione: alcuni arretrati nei versamenti Iva. Abbiamo chiesto per tempo di pagare a rate. L’ufficio riscossione delle Entrate ha riconosciuto il nostro diritto a frazionare i versamenti, ma a causa delle norme legate al Covid non ha potuto predisporre le necessarie pratiche. La prima rata l’abbiamo pagata il 28 giugno, 800mila euro dei 18 milioni che devo allo Stato. Ma non è bastato». Ha ricevuto solidarietà? «Fra i presidenti mi ha chiamato solo Enrico Preziosi. Poi qualche ex giocatore. E Delneri, l’allenatore della promozione in Serie A nel 2001 e della vittoria a San Siro contro l’Inter, nel giorno dell’addio a Peppino Prisco. La gioia in un giorno di dolore». Il Comune di Verona ha cercato compratori. «Il bando è scaduto. È andato deserto. Avrei voluto partecipare ma serviva una deroga del sindaco. L’ho chiamato, non mi ha risposto. Questo è il rispetto di 92 anni di storia. Il Chievo non lo merita. Le maglie di questa stagione sono meravigliose. Le ho disegnate io con l’aiuto dell’artista Thomas Donati. Sono lì pronte negli scatoloni». Con chi è più arrabbiato? «Con la Figc che ci ha trattato con disparità rispetto a casi simili. Abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per sapere se altri fossero nella nostra situazione, ma ci è stato negato. Tutto il calcio mi ha deluso. Non riesco più a guardare una partita».