L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Chelsea e le offerte per rilevare il club.
Sul campo il Chelsea rincorre l’ultimo obiettivo stagionale. Con una posizione tra le prime quattro a portata di mano – otto punti di vantaggio sull’Arsenal – la semifinale di FA Cup di domenica con il Crystal Palace potrebbe lanciare i Blues verso la quarta finale stagionale. La partita determinante per il club londinese non si gioca tuttavia a Wembley, ma negli uffici della società Raine Group. La banca americana, che si sta occupando della cessione del Chelsea, ha ricevuto nella giornata di ieri le offerte finali dei quattro consorzi selezionati. Dopo l’attenta analisi dei contenuti delle proposte, Raine Group sottoporrà la settimana prossima la propria raccomandazione al governo inglese, che ha potere di veto.
Cessione obbligata Abramovich ha messo in vendita il club il due marzo; otto giorni più tardi, i suoi beni inglesi, compreso il Chelsea, sono stati congelati a causa dei suoi legami con il Cremlino. Fra i requisiti fondamentali per vincere, Raine Group ha incluso l’esperienza pregressa nella gestione di club sportivi e nel rimodernamento dei relativi impianti, oltre all’intenzione di investire almeno 1,2 miliardi di euro nella società. Una delle priorità dei nuovi proprietari sarà l’ampliamento di Stamford Bridge, la cui capienza è di appena 41.837 spettatori. I quattro concorrenti hanno confermato che non intendono utilizzare prestiti che andrebbero poi a gravare sul club a supporto delle loro offerte.
Lo svizzero Wyss Al momento, l’impressione è che tra i quattro cartelli in gara non ci sia un chiaro favorito. Uno dei consorzi più accreditati è quello formato dal miliardario svizzero Wyss, dall’americano Boehly (uno dei proprietari della squadra di baseball Los Angeles Dodgers), dall’uomo d’affari inglese Jonathan Goldstein, tifoso del Tottenham. Recentemente si è unito a questo gruppo anche Mark Walter, un facoltoso uomo d’affari statunitense, anch’egli azionista dei Dodgers. L’offerta presentata da questo cartello arriverebbe fino a 3 miliardi di euro.
I Ricketts Un’altra attendibile candidatura è rappresentata dalla famiglia statunitense Ricketts, proprietaria della squadra di baseball dei Chicago Cubs, dal miliardario Ken Griffin, operante nel settore dei fondi speculativi e da Lord Karan Bilimoria, fondatore del marchio di birra Cobra e ardente tifoso dei Blues. I Ricketts, che sborserebbero sui 2,8 miliardi, hanno guidato i Cubs alla vittoria delle World Series nel 2016 e hanno recentemente rinnovato l’impianto di Wrigley Field. Tom Ricketts, il presidente dei Cubs, è stato di recente a Londra per rassicurare i tifosi del Chelsea. L’americano si è distanziato dai commenti razzisti e islamofobi espressi una decina di anni fa dal padre Joe, che non sarà comunque coinvolto nell’operazione. Alcuni supporter avevano inscenato una protesta contro i Ricketts prima dell’incontro con il Brentford.
La corsa di Coe Uno dei quattro cartelli ancora in corsa annovera nelle proprie fila un illustre supporter dei Blues, l’ex mezzofondista e attuale presidente di World Athletics Sebastian Coe. Il sessantacinquenne fa parte del gruppo guidato dall’ex presidente di British Airways Martin Broughton, che nel 2010 è stato, per un breve periodo, chairman del Liverpool. Il contributo economico a questa proposta (2,9 miliardi) verrebbe assicurato dai finanzieri americani Josh Harris e Dave Blitzer, attuali investitori nel Crystal Palace, e dall’imprenditore indiano Vivek Ranadive.