La storia dello schianto dell’aereo della Chapecoense ha portato nel mondo del calcio è ormai nata a tutti. Ma adesso, purtroppo, diventano tragicamente interessanti i racconti dei pochissimi sopravvissuti. Uno di questi è Rafael Henzel, un giornalista miracolosamente sopravvissuto al disastro aereo. Oggi è stato dimesso dall’ospedale e intervistato ai microfoni di “Globo TV” ha parlato del tragico incidente. Ecco le sue parole: «Volavamo senza sapere nulla. Quando chiedevamo informazioni ci dicevano sempre che all’arrivo mancavano dieci minuti. Il pilota non mandò nessuna richiesta di pericolo o l’allarme. Nei minuti che hanno preceduto la tragedia, nessuno ci ha detto di allacciare le cinture di sicurezza. Poi improvvisamente le luci si sono spente e tutti siamo tornati a sederci e ad allacciare le cinture. Poi ricordo solo un silenzio assordante con il motore che si spegneva. Non ricordo nemmeno urla o grida. Questo perché in quel momento nessuno sapeva cosa fare. Io on riesco nemmeno a ricordare il colpo, è stato improvviso. Inizialmente ho pensato che si trattasse di un film, un sogno. Credevo di svegliarmi da un momento all’altro, ma non era così. Poi mi ricordo che pioveva, c’erano circa 12 gradi e sentivo freddo al risveglio. Ho provato a chiamare le due persone che erano accanto a me ma erano già morte. Io ho subito diverse fratture e quelle più preoccupanti erano alle costole, ben sette». Inoltre dall’ospedale sono stati rilasciati anche i giocatori Alan Ruschel e Jackson Follmann.