Champions League: saltata la riforma. Le italiane…
L’assemblea generale dell’EPFL (l’associazione delle leghe professionistiche europee) ha deciso venerdì a Zurigo di mettere in discussione l’accordo quadro che la lega all’UEFA. La delibera è stata votata da 22 dei 23 paesi presenti e solo l’Italia si è distinta votando contro (mentre la Romania si è astenuta).
Al centro della protesta delle Leghe europee c’è la riforma della Champions League, che dal prossimo anno garantirebbe 4 posti sicuri nei gironi a Spagna, Germania, Inghilterra e Italia. Il risultato immediato è che da marzo 2017 l’EPFL e l’UEFA non saranno più reciprocamente vincolate come prevede l’accordo.
La formula scelta dalle Leghe è quella del “periodo di preavviso esteso” che quindi riapre i negoziati tra le leghe e l’Uefa da qui al 15 marzo 2017. Si tratterà di un passaggio decisivo in vista del congresso ordinario dell’UEFA che si terrà nel prossimo mese di aprile. Tra gli altri, ad esempio, salterebbe (senza l’accordo quadro) il vincolo che impone alle stesse leghe di non organizzare partite in concomitanza con le coppe europee. La situazione sta quindi rimettendo in discussione la riforma Champions. Cosa accadrà ora? E’ davvero difficile dirlo, nei prossimi giorni sicuramente emergeranno novità. Gli interessi dei grandi club (prima ancora che delle grandi Leghe) sono noti da tempo (si è ricominciato a parlare di Superlega a gennaio dello scorso anno) così come quelli delle nazioni calcisticamente meno ricche, che contestano sia i posti nelle competizioni sia la ripartizione dei proventi televisivi. Ragionando per estremi. Si potrebbe arrivare ad una clamorosa scissione che porterebbe le grandi leghe ad organizzare una loro competizione d’Elite. Una cosa che ovviamente l’UEFA in primis non vuole (diventerebbe concorrente diretta della Champions League). Oppure si potrebbe arrivare ad un nulla di fatto tale da riconfermare le attuali forze in gioco. Un dato, quest’ultimo, che probabilmente accontenterebbe la gran parte dei Paesi che hanno votato per la ridiscussione dei termini. Ma allo stesso tempo una soluzione evidentemente contro l’interesse dei grandi club che rivendicano la possibilità di organizzare più partite tra di loro. Il vero tema infatti è che i vari Barcellona, Bayern, Real, Juventus, Psg e i grandi d’Inghilterra (qui avevamo analizzato nel dettaglio le varie posizioni), in questo momento hanno come interesse prioritario quello di poter partecipare ad una competizione che permetta loro di giocare più volte possibile tra di loro, mentre i format attuali di fatto (vedi Juve – Bayern dello scorso anno o un qualsiasi quarto di finale o semifinale di Champions) impongono l’eliminazione di fatto di una delle due squadre in seguito al big match.
L’EPFL ha anche votato il nuovo board per il periodo 2016-2020 che sarà cosi composto:
– Presidente: Lars-Christer Olsson (Swedish Professional Football League)
– Vice presidente: Claus Thomsen (Danish Professional Football League)
– Marco Brunelli (Italian Lega Serie A)
– Dariusz Marzec (Polish Ekstraklasa)
– Sergey Pryadkin (Russian Football Premier League)
– Didier Quillot (French Professional Football League)
– Pedro Proença (Liga Portugal)
– Claudius Schäfer (Swiss Football League)
– Ansgar Schwenken (German Bundesliga)
– Richard Scudamore (English Premier League)
– Jacco Swart (Dutch Eredivisie)
– Javier Tebas (Spanish LaLiga)
– Shaun Harvey: (English Football League – in qualità di osservatore, in rappresentanza delle altre leghe non di primo livello)