Cessione Roma: Al-Baker rilancia «Presentata l’offerta per il club, chiusura in 10 giorni»
«In una precedente intervista ho affermato che stavamo presentando un’offerta per un club italiano, ma come sapete queste questioni non possono essere divulgate ai media fino alla fine della valutazione . Finalmente due giorni fa abbiamo presentato un’offerta ufficiale all’AS Roma e speriamo che venga accettata. Le cifre? Prima di parlarne vorremmo concludere l’affare, poi tutto verrà svelato, visto che la Roma è una società quotata in Borsa. I numeri verrano resi noti in seguito, c’è un altro concorrente e molte speculazioni sul tema, siamo usciti allo scoperto per evitare che circolino fake news, non abbiamo presentato l’offerta finché non abbiamo studiato a fondo i conti del club, per il resto sono ottimista». Queste le parole di Fahad Al-Baker, uomo d’affari del Kuwait, rilasciate ai microfoni di ATV Kuwait in merito a un’offerta per l’acquisizione della Roma.
L’uomo d’affari ha continuato dicendo: « Sapete poi che ci sono delle regole sui mercati in Italia. La Serie A è un grande campionato e negli ultimi anni è in crescita. Negli anni a venire ci sarà un futuro ancora più luminoso, ci sarà grande competizione tra i club e ci sarà incertezza su chi vincerà il titolo. Ora stanno arrivando nuovi investitori in Italia, si costruiranno nuovi stadi, gli introiti televisivi stanno crescendo, quindi dal punto di vista economico è un mercato molto promettenti. Ai tifosi chiedo di non dare ascolto a quello che dicono i media, non avremmo annunciato di aver presentato l’offerta se non fossimo stati così ottimisti. Dopo il mio tweet di ieri hanno chiamato Pallotta che ha negato tutto in pochi minuti, in ogni caso non intendiamo replicare. Siamo concentrati per chiudere l’affare entro i prossimi dieci giorni. Se vinceremo la sfida festeggeremo, altrimenti, se non ce la faremo, ci congratuleremo con il nostro concorrente. C’è un altro soggetto interessato che ha iniziato a trattare prima di noi e questo è ciò che sta creando tutti questi conflitti mediatici».