Cessione Palermo: il fondo estero si tira indietro. Adesso che succede? Le ultime
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulle trattative per la cessione del Palermo.
Tranquilli fino a giugno. La vicenda non incide in nessun modo sulla stagione attuale, che era comunque programmata per camminare con le proprie gambe: il budget già versato copre tutte le spese necessarie e può prevedere anche piccoli interventi sul mercato, a cominciare, come si è visto, dall’assunzione del nuovo allenatore o dall’eventuale ingaggio di rinforzi.
Meglio ovviamente se uniti ad un alleggerimento di spese, dunque a due o tre cessioni per sgravare il libro paga. Ma il ciclo triennale fissato al momento della rinascita del club (estate 2019) scadrà a giugno e per riprogrammare una stagione, soprattutto in C, occorrerà un nuovo sforzo economico che oggi Mirri dovrebbe approntare da solo dopo la rottura con Di Piazza. La decisione dell’italo americano di ricorrere in appello contro la prima decisione del Tribunale di Catania ha il suo peso perché resta tuttora in ballo sia il possibile blocco delle azioni (molto difficile dopo la prima pronuncia), sia il valore del recesso che Mirri dovrà riconoscere all’ex socio e che ancora non è stato stabilito. Questo punto interrogativo sul futuro ha certamente complicato una trattativa che già partiva con qualche dubbio da chiarire. L’attuale proprietà in ogni caso andrà avanti e la Banca Lazard continua la ricerca di investitori che possano affiancare o sostituire Mirri. Il problema non è la sopravvivenza o meno del club ma la sua potenzialità a rafforzarsi e a progettare.
Cessione Palermo: il fondo estero ora congela la trattativa