Cesena, Shpendi: «Il mio obiettivo è giocare in A insieme a mio fratello»

A soli 21 anni, Cristian Shpendi sta vivendo un inizio di stagione da sogno con il Cesena in Serie B. Con 10 gol in 14 partite, il giovane attaccante si trova in vetta alla classifica marcatori del campionato cadetto, un traguardo che racconta la sua straordinaria crescita. Ai di Cronache di Spogliatoio, Shpendi si è raccontato a cuore aperto: il rapporto con il fratello gemello Stiven, il legame con il Cesena e la Nazionale, e i sogni che continua a coltivare.

Un percorso fatto di sacrifici, delusioni iniziali e tanta determinazione, che lo ha portato a diventare uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano. Ma la sua storia non è solo di gol e successi, è anche quella di un legame indissolubile con il fratello Stiven e con una città che lo ha accolto e visto crescere. Nell’intervista, Shpendi ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera e guarda al futuro, senza mai perdere di vista il presente. Un dialogo emozionante che racconta il percorso di un ragazzo che sta vivendo il sogno del sé stesso bambino, con lo sguardo fisso verso nuovi traguardi.

«Ho iniziato a giocare nella squadra del mio paesino, Lucrezia. Dopo due anni mi sono trasferito al Delfino Fano, e successivamente mi ha notato il San Marino Calcio: ho passato 4 anni lì e dopo l’ultima stagione, è arrivata la chiamata del Cesena, dove sono entrato nell’u-17. Avevo fatto vari provini: Bologna, Sassuolo, SPAL, Venezia… e tante altre, però queste squadre vedevano qualcosa in me e in mio fratello gemello, ma da punto di vista fisico eravamo ancora un po’ indietro rispetto agli altri ragazzi. Ci siamo sviluppati un po’ più tardi rispetto ad altri della nostra età, e abbiamo inoltre valutato che il Cesena era l’opportunità migliore che ci potesse essere in quel periodo».

Cristian parla sempre al plurale, perché la quasi totalità del percorso l’ha condivisa con il fratello gemello Stiven: identici fuori, identici in campo, dove giocano entrambi là davanti: «È stato un viaggio fantastico insieme, anche se nell’ultima stagione e mezzo le nostre strade si sono divise, altrimenti siamo sempre stati a braccetto. Giocando insieme, praticamente nello stesso ruolo. Condividere questo percorso con mio fratello è stato molto emozionante», una condivisione che ha creato anche numerosi equivoci, perché «ci hanno confusi tante volte: capitava anche nei tornei, da più piccolini, che magari assegnassero un gol allo Shpendi sbagliato. O magari io e Stiven stavamo lottando per la classifica cannonieri e dovevamo andare a dire che si erano sbagliati, e di assegnarlo a quello giusto».

«Cesena – ci spiega Shpendi – è un posto in cui i giovani hanno un ruolo in primo piano. È sempre stata una società dove la crescita dei giovani è più importante della vittoria di un campionato, oppure del risultato stesso. Sapevamo di entrare in un club che ha tra gli obiettivi principali la cura dei ragazzi del vivaio. Hanno sempre mantenuto questa mentalità». Il suo cognome è albanese, come il padre, ma la loro anima è italiana, così come l’accento che ormai è romagnolo acquisito.

Nato ad Ancona, è molto legato alle radici albanesi: «Ho concluso per limiti di età il mio percorso con l’Albania u-21. In passato l’Italia non mi ha mai cahiamato, non c’è mai stato un contatto. Ho sempre lavorato e lottato per l’Albania. Ho pensato solo a quello, che era il mio presente. Se Spalletti mi chiamasse? Sicuramente ci penserei, comunque sarebbe la chiamata di un allenatore importante e la Nazionale italiana è a un livello mondiale, quindi sicuramente ci penserei». Sarebbe un sogno arrivare in una delle due Nazionali maggiori. Un sogno coltivato grazie al padre. C’è anche la sua “firma” sul rinnovo appena firmato con il Cesena fino al 2028, un passo importante per il classe ’03 e per il Club: «Il rinnovo di contratto mi rende molto felice, so che è un punto da cui ripartire ed è stato come mettere la ciliegina sulle ultime stagioni e sul percorso dentro al Cesena. Ne sono orgoglioso. Sono arrivato a Cesena dopo aver trascorso anni, da ragazzo, a essere scartato dalle squadre importanti, avevo la mia famiglia che mi supportava, soprattutto mio padre, che è sempre stato presente sia per me che per mio fratello nel calcio, anche quando c’erano momenti più difficili, se c’era qualche squadra che non ci prendeva, lui ci diceva di stare tranquilli perché avremmo dovuto fare il nostro percorso, crescere e lavorare perché le opportunità sarebbero capitate. È stato fondamentale perché ha sempre creduto in noi e ci ha spronato a lavorare per cogliere le opportunità al momento giusto».

Il suo percorso è stato in crescendo. Nella scorsa stagione, con 20 gol e 6 assist, ha trascinato un Cesena da record alla vittoria della Serie C. Proprio nella stagione in cui suo fratello Stiven gli aveva fatto spazio, passando in Serie A all’Empoli. Praticamente un passaggio di testimone: «Quando abbiamo terminato l’esperienza in Primavera, siamo passati in prima squadra. Stiven ha fatto subito benissimo, mentre io ho avuto meno continuità. Lui segnava molto, io ero nell’ombra perché giocavo di meno, dentro di me c’era un po’ di dispiacere ma non avevo mai quella sofferenza di star male, avendo mio fratello in campo che giocava e riusciva a fare dei buoni risultati, dentro di me avevo quella felicità che mi permetteva di gestire la tristezza per non giocare molto. Il mister Toscano in quel momento ha visto Stiven che era un po’ più pronto rispetto a me, quindi era giusto così». Mentre osservava, cresceva: «Quell’anno ho acquisito consapevolezza, che mi ha permesso di fare bene nella passata stagione in C. Ho avuto più forza mentale anche grazie a mio fratello: vedere lui che era riuscito a fare ciò che aveva fatto, mi aveva dato determinazione e ho pensato che se ce l’aveva fatta, facendo le cose giuste e allenandosi nel modo giusto, allora avrei potuto rifarlo anche io. Quello è stato un punto di forza».

Adesso si gode il momento. È davanti a Iemmello del Catanzaro ed Esposito dello Spezia in classifica marcatori. Vuole continuare così e, a questo punto, «sicuramente un obiettivo è lottare per la classifica cannonieri», anche grazie alla squadra, sottolinea. Guardando avanti: «Sto segnando molto ma devo continuare a migliorare, sia fisicamente che mentalmente. In B si sente l’impatto fisico degli avversari e anche mio fratello Stiven, che lo scorso anno ha fatto la A, me ne ha parlato. Ci sono tanti grandi calciatori che lotteranno per la classifica marcatori, sarà una bella battaglia». Senza mai togliere lo sguardo dal Cesena: «Mi piacerebbe raggiungere un traguardo qui, è la società che mi ha cresciuto e sono legatissimo ai tifosi. Sarebbe un sogno che si realizza. Anche i tifosi che cantano “Romagna mia” è un momento molto particolare, pieno di emozioni, di unione».