L’edizione odierna di “Brescia Oggi” dedica un ampio pezzo al futuro del Brescia riportando un’intervista a Massimo Cellino il quale parla delle sue intenzioni in merito al club.
Massimo Cellino rompe gli indugi. Intende cedere il Brescia. Stavolta non a parole, ma con i fatti. Ha incaricato dell’operazione gli advisor di Pirola Corporate Finance, società con sede a Milano che appartiene all’organizzazione Pirola Pennuto Zei & Associati, la stessa che nel 2017 curò la trattativa per il passaggio del Brescia dall’imprenditore rezzatese Marco Bonometti, nel 2014 artefice del salvataggio della società dopo la conclusione dell’era Corioni, allo stesso Cellino. A distanza di 6 anni il presidente del Brescia si è rivolto allo stesso gruppo di professionisti, stavolta per il motivo opposto. Stanco della contestazione dei tifosi dopo la incredibile retrocessione in Serie C, ha aperto un processo formale di vendita.
Come scrive il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, la documentazione con i dati sensibili del Brescia, comprese le strutture per gli allenamenti della squadra (il centro sportivo di Torbole Casaglia) è in circolazione da alcuni giorni. Sarebbe stato sottoposto sia a investitori italiani che stranieri, soprattutto americani. Cellino, come noto, sta conducendo una battaglia legale per essere ripescato al posto della Reggina, alla quale viene contestato il piano di ristrutturazione del debito con l’erario (15,4 milioni fino alla fine del 2022, più le tasse di quest’anno), approvato dal Tribunale di Reggio Calabria e che, grazie alla legge sulla crisi d’impresa, prevede la riduzione del 95 per cento.
Venerdì il presidente ha depositato il ricorso alla Corte d’Appello presso il Tribunale di Reggio Calabria. E a questo punto l’obiettivo è molto più chiaro: la Serie B è fondamentale per ottenere una valutazione maggiore del Brescia. Interpellato da Bresciaoggi, l’imprenditore sardo non si sbilancia: «Sarò più chiaro e preciso quando ci sarà il verdetto definitivo che riguarda la Reggina», si limita a dire. Inizialmente Cellino aveva chiesto 40 milioni di euro per cedere il Brescia, ma poco tempo dopo si era detto disposto a trattare anche a 30. Una cifra alla quale Ross Pelligra, il magnate australiano diventato proprietario del Catania, non è mai arrivato: a Cellino ne aveva offerti 20. Niente da fare.
E adesso? Cellino si accontenterà di meno? Il Brescia ha terminato la stagione 2021-22 con ricavi per circa 30 milioni di euro, dei quali 12,4 dalla cessione dei giocatori (tra cui Tonali, passato al Milan), 4,6 milioni di incentivi, , quasi 5 da sponsor e pubblicità, 3,4 da diritti Tv e 1,9 dalle gare interne al Rigamonti. La rosa dei giocatori, una delle più giovani della Serie B è valutata in bilancio solo 2,2 milioni di euro, ma il mercato la stima intorno ai 15 milioni. Con la gestione Cellino il bilancio è sempre stato in attivo, solo l’ultimo esercizio dovrebbe chiudere in leggera perdita.
Di sicuro, ad accelerare l’intenzione di Cellino a passare la mano, anche la solitudine in cui si trova a combattere la battaglia giudiziaria. Non una voce di sostegno dalla città, al contrario di altre piazza come Reggio Calabria o Perugia, da sempre al fianco delle loro squadre.
Subito dopo la serataccia del 1° giugno, l’1-1 al Rigamonti col Cosenza nel ritorno dei play-out che sancì la discesa in C e gli incidenti del dopogara, il presidente a Bresciaoggi aveva lanciato un messaggio chiaro: «Ormai mi sento svuotato, ho finito le energie – le sue parole -. Per continuare servono entusiasmo e passione: io non ne ho più». Cellino il 5 luglio dovrà comparire davanti al gup del Tribunale di Brescia nell’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di reati fiscali. Per questa vicenda al presidente del Brescia erano stati sequestrati 59 milioni, in gennaio gliene sono stati restituiti 58. Oltre alla doppia partita legale per le proprie vicende giudiziarie e per ottenere il ripescaggio del Brescia in B, Cellino dovrà seguire anche i passi per la vendita del Brescia. La sua era, dopo 6 anni, sembra al capolinea.