Intervenuto ai microfoni di “Radio Sportiva”, Massimo Cellino, presidente del Brescia, si è espresso così: «Sto bene, anche se mi hanno riscontrato il virus dopo il negativo ai tamponi e positivo all’esame, sono segregato in camera… Io vivo una realtà completamente diversa da altre regioni, per quello che vedo qui è assurdo pensare di riprendere il campionato, chi vive in altre regioni sottovaluta il rischio. Per rispetto ai lombardi esprimo quello che penso anche se dal punto di visto economico vorremmo riprendere, ma solo se ci sono i presupposti della sicurezza che sappiamo già non ci sono. Di unirmi al coro che abbiamo piacere di giocare è certo, ma aspettiamo che il governo si esprima su questa diatriba. Sembra che io non voglia giocare perché sono ultimo in classifica e non voglio retrocedere, ma il messaggio arrogante uscito dalla Lega non lo condivido. Impensabile andare oltre il 30 di giugno tra contratti in scadenza e bilanci, il campionato è già di fatto annullato, perché falsato. Dovremmo pensare alla prossima stagione a prescindere dalla categoria, stiamo forzando la ripresa in momenti in cui è tecnicamente impossibile giocare: è imbarazzante pensarlo. Assocalciatori poca chiarezza, le tv cercano di risparmiare soldi, il governo prenda la responsabilità di dire sì o no, non l’ennesimo nì. Il centro sportivo del Brescia? I miei calciatori non sono venuti nemmeno a fare allenamenti singoli, ciò vuol dire che hanno paura, noi le strutture le abbiamo ma se non se la sentono non si possono biasimare: siccome ognuno tira la propria carretta, c’è bisogno che il governo intervenga. Il documento della Lega votato all’unanimità: il messaggio uscito è sbagliato, ho votato sì per non mettermi di traverso ma alcuni presidenti non sanno di cosa parlano, il protocollo medico non è chiaro, la data del 4 maggio è una follia».