Cellino dopo il sequestro: «Se tutti pagassero le tasse come me l’Italia sarebbe migliore. Brescia? Non vendo»

Come si legge su “AdnKronos” dopo la sentenza del maxisequestro ai danni di Massimo Cellino, con lo scontato ricorso in Cassazione da parte degli avvocati del il presidente del Brescia che ha rilasciato alcune dichiarazioni.

«Sono mortificato. Mi hanno fatto proprio un bel regalo di compleanno, che è dopodomani. Stavo partendo per raggiungere la famiglia, ho annullato tutto. Gli avvocati parlano di diritto, io su certe cose rimango un po’ male, credo nei valori umani più che in quelli giuridici. Poi, non nascondo che il purgatorio me lo sono guadagnato, ma all’inferno non ci andrò. Sono già tre anni che va avanti questa storia, non mi fermo un giorno – spiega Cellino – è diventata una agonia per me aspettare sempre mesi, la sentenza, cosa hanno scritto. Tutto quello che ho lo spendo in avvocati. Noi presidenti di calcio siamo sovraesposti mediaticamente purtroppo, non condivido il modo di fare di molti miei colleghi, ho sempre cercato di distinguermi da loro e non è servito a nulla. Sono tornato dall’Inghilterra perché amo il mio paese, ma se in Italia chi ha avuto un minimo di successo e ha fatto magari qualche utile va criminalizzato, allora è giusto che io venga criminalizzato. Mi dispiace per la mia immagine, perché sono venuto qui a far del bene. Il giorno dopo che ho comprato il Brescia mi è arrivata una cartella esattoriale di 14 milioni di iva del 2007, dieci anni prima: hanno aspettato me – dieci anni – sono arrivato io e me l’hanno consegnata e ho pagato. Quello che mi mortifica è passare in questo modo, tutto il resto si chiarirà. Sono mortificato perché non sono quello che possono pensare e mi fa male. Non so ancora di cosa mi stanno accusando, lo giuro. Parliamo di una cartella esattoriale del 2011, che non mi è stata notificata perché ero residente inglese – continua il presidente del Brescia calcio all’Adnkronos – Una cartella pagata totalmente e conciliata con l’Ufficio delle Entrate con anche il chiarimento per ritardata presentazione della documentazione. Le tasse vanno pagate, se le pagassero tutti come le pago io l’Italia sarebbe un posto migliore e preferisco pagare le tasse che gli avvocati, ne ho uno nuovo tutti i giorni, non so più cosa fare. Ma voglio che sia chiara una cosa: non sono un disonesto, lo fossi stato non sarei venuto qui a Brescia. Sono venuto, pago regolarmente le tasse, non ho 200 milioni di debito fiscale come molte altre società».

Massimo Cellino in altre sedi ha anche voluto tranquillizzare i tifosi: «Il Brescia va avanti e non voglio che i giocatori abbiano questa vicenda come scusa se i risultati non arriveranno. I soldi per pagare gli stipendi ci sono. Non vendo la società, non scappo. Alcune persone sono venute a chiedermi il club ultimamente, ho chiesto loro se li aveva mandati il Tribunale e quando mi hanno detto di no li ho cacciati. I tifosi stiano tranquilli e se vogliono aiutarmi facciano gli abbonamenti».

La Guardia di Finanza intanto ha specificato che “le indagini non riguardano la gestione del Brescia Calcio”.

Cellino rilancia anche il progetto tecnico: «Stiamo cercando ancora due centrocampisti e un terzino. Adesso non se se metteranno un amministratore dal Tribunale per la Eleonora Immobiliare che ha in pancia le quote del Brescia calcio, staremo a vedere»