Catanzaro, Noto: «Serie B campionato affascinante. Mercato? Forse c’è qualcuno che ha “mal di pancia”»
Il presidente del Catanzaro, Floriano Noto è intervenuto ai microfoni di “LaC” nel corso di “11 in campo“ rilasciando le seguenti parole:
«Ascoli? Non è stata una sconfitta traumatica. Il campionato di Serie B è molto difficile, se si abbassa un po’ il livello d’attenzione si rischia grosso. Non è un caso che tutte le squadre di alta classifica abbiano sofferto durante lo scorso turno. Il direttore sportivo Magalini si incontrerà in settimana col mister. Dopo, credo che nel giro di una settimana dieci giorni, faremo un punto con tutta la società. Forse c’è qualcuno che vuole giocare di più e ha qualche “mal di pancia”, relativo, poi, perché sono tutti professionisti. Bombagi e Welbeck, che sono in esubero, andranno via sicuramente. Ma per la rosa effettiva non abbiamo ancora parlato. Si poteva fare meglio, sicuramento quando si va al ribasso dalle entrate che già gli anni passati c’erano, ridurre è in controtendenza con l’aumento di tutti i costi. Ma la questione non riguarda solo i diritti tv. Secondo me sono diverse le cose che andrebbero riviste. Ho visto i budget di alcune società virtuose, con questi costi esorbitanti vorrei poi vedere quanto sarà positivo o negativo il loro bilancio».
«La Serie B? Ad oggi è un campionato affascinante, dal canto nostro forse siamo stati un po’ fortunati nella scelta del mister, abbiamo trovato una persona molto seria. Se posso fare un appunto, non una critica, alle volte si va oltre alla etica da campo e gli arbitri dovrebbero comportarsi di conseguenza. Ho parlato con alcuni dei ragazzi a seguito della scorsa partita dove è accaduto di tutto e di più in campo. Sarebbe opportuno tutelare chi gioca a calcio e redarguire con le giuste sanzioni chi tira pugni, pestoni o minaccia. Forse è l’unico rammarico che ho in quanto con pene più severe, magari un’espulsione, la partita avrebbe preso un’altra via. Le date natalizie delle partite? È vero che c’è la situazione televisiva, perché non si lavora e si va di più allo stadio. Il rovescio della medaglia è che questi ragazzi dovranno allenarsi anche il giorno di Natale. Ciò viene dalla cultura anglosassone, sicuramente meno cristiana della nostra. Il giorno di Natale, per me, si deve avere un momento di riflessione e stare con la famiglia. Magari giocare il 27 o il 28, invece che il 26 credo che non avrebbe cambiato molto».