Catanzaro in B. Il plauso di Corona: «Come nel 2004. Mio figlio Giacomo in giallorosso? Mi farebbe piacere»
L’edizione odierna de “La Gazzetta del Sud” si sofferma sul Catanzaro e riporta le parole di Giorgio Corona.
Prima di Re Pietro Iemmello a Catanzaro ha regnato Re Giorgio Corona. Attaccante dal gol facile (46 in 109 gare in giallorosso), indiscusso protagonista della promozione in B del 2004. Era il Catanzaro di Piero Braglia, del compianto Ferrigno, di Briano, De Simone, Lafuenti e del brasiliano Toledo: «Ricordo tutto di quel campionato iniziato in sordina. Scalammo la classifica fino ad arrivare al primo posto. Una volta preso non lo lasciammo più. La promozione arrivò il giorno del mio compleanno (il 16 maggio 2004, ad Ascoli contro il Chieti: 2-1, con gol vittoria di Corona, ovviamente, ndr). Eravamo un gruppo stupendo. Quel Catanzaro ricorda molto quello attuale».
A distanza di 19 anni, i giallorossi hanno bissato quel trionfo con un campionato mai in discussione: «Non c’è stato avversario che abbia tenuto il passo, se non il Crotone, che poi ha mollato. È stata la vittoria del gruppo, del blasone, di una piazza che ha saputo unirsi alla propria squadra per costruire qualcosa di straordinario».
Da Re Giorgio a Re Pietro, stesso soprannome, stesso fiuto del gol. Corona si fermò a 19 gol, Iemmello ne ha fatti 28 eguagliando il record di Deflorio a Crotone, che dura dal 2000: «Sono contento per lui, è un catanzarese doc. Lo rispetto e lo stimo molto, non è mai facile fare bene nella propria città, devi dare sempre il 200%. Lui lo ha fatto, il campo ha confermato le sue straordinarie qualità, ha regalato la promozione in B al suo popolo. Se mi rivedo in lui? Ai miei tempi il calcio era più tecnico, oggi è più tattico, si difende di più e si attacca di meno. Ha caratteristiche diverse, ma ha il mio stesso fiuto per il gol»
Intanto Re Giorgio ha lasciato il posto al “principe” Giacomo, suo figlio, attaccante della Primavera del Torino. Chissà che non possa ripercorrere le gesta di papà Giorgio in giallorosso: «A me farebbe piacere. A Catanzaro ho lasciato un pezzo di cuore. Sono stato 3 anni, sono legato alla città. Il destino, però, ha voluto che il suo primo gol lo segnasse proprio al Catanzaro, quando giocava nella Primavera del Palermo».