Il fantasista del Catanzaro, Massimiliano Carlini ha concesso una lunga intervista ai microfoni de “LaCasadiC”.
Ecco qualche estratto:
«Frosinone? Ho vissuto 10 anni lì. Ho scalato tutte le categorie. E’ stata la mia seconda casa. Quando passi metà della tua vita in un’altra città, diventi un figlio adottivo. Sono tornato lì dopo una serie di prestiti. Sentivo come se avessi lasciato qualcosa di incompiuto. Abbiamo fatta la scalata C, B, A. Siamo diventati cittadini onorari, è stato un qualcosa di magico». In certi momenti fai fatica a realizzare, non capisci di essere vicino all’obiettivo finché non lo senti tu: “Nessuno ci credeva realmente. Già la Serie B sembrava qualcosa di bellissimo e grande. A gennaio eravamo quinti e metà squadra è andata via”. Impensabile pensare alla promozione: «Ci compattammo, fino a quel momento avevo giocato poco e niente. Poi diventai titolare, feci le ultime 14 dall’inizio. 3 gol, sono stato l’arma vincente. Juve Stabia? Ho trovato persone splendide. Soprattutto fuori dal campo. Tutt’oggi ci torno spessoA livello calcistico forse è stata una delle mie migliori stagioni».
Catanzaro? Si vive di calcio, ti fanno sentire responsabile dell’umore della gente. Portiamo sorrisi alle persone con una vittoria. Cerchi di dare il massimo per regalare una gioia». La promozione tarda ad arrivare e in Calabria si parla di maledizione playoff: «Si ripete troppo spesso, è vero. Ma la negatività porta negatività. Se ricapitasse quest’anno – speriamo di no – non dobbiamo partire con la solita frase. Bisogna ripartire dalla positività. Ce la metteremo tutta per centrare quella diretta».