Catania vicino al ritorno tra i professionisti. Forchignone: «Non ci sono piazze come questa in C e in B»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista al giovane attaccante Michele Forchignone il quale si sofferma sul club e l’obiettivo di risalire tra i professionisti.
Ecco le sue parole:
E’ il mio primo campionato in una categoria non giovanile e in una grande società. La regola degli under ci aiuta tanto, ma alcuni giovani potrebbero giocare anche senza questa regola. Con Chiarella c’è una concorrenza leale, ci alterniamo spesso e c’è una rivalità positiva che ci porta a spingere in allenamento. Siamo tutti competitivi. Chi subentra dà sempre una marcia in più rispetto alla prima parte delle sfide. A Catania si respira aria di grande calcio, di una città pronta a risalire con una società organizzata come lo staff. Si può tornare nelle categorie più nobili e questa sensazione positiva si respira ogni giorno. Mio futuro? C’è la mia disponibilità a restare, sarebbe il massimo. Bisogna avere tanta personalità per rimanere. Avrei voglia di accettare la sfida, deciderà la società gestendo la situazione col Sassuolo. Il gol? Mi manca, ma non è il mio primo pensiero. Metto al primo posto l’obiettivo della squadra, ho sbagliato qualche rete ma ci sta. Darò tutto in questo finale anche in fase realizzativa. Ferraro? Mi ha fatto crescere sul piano caratteriale e tecnicamente, facendomi sentire come se fossi un over. E’ come un compagno di squadra, lo ringrazio”.
“La festa a Catania la immagino bellissima perchè i tifosi sono caldi, ci fanno sempre sentire importanti. Spero di festeggiare in casa, ma se dovesse arrivare prima la promozione sarei comunque felice. Mio futuro? Vorrei restare. l’ho già detto. Il direttore Laneri lo sa e la mia disponibilità c’è. Poi sarà la società a decidere gestendo la mia situazione col Sassuolo, Tomare e restare tra le grandi con questa maglia è il massimo, Non ci sono al
tre piazze in C e in B come il Catania. Bisogna avere tanta personalità per restare. Avrei voglia di accettare la sfida».