L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma in merito al weekend amaro del Catania che da un ipotetico derby contro il Palermo è passato alla richiesta alla Figc di potersi iscrivere in Serie D la prossima stagione.
Il vuoto incolmabile di un calcio che ha chiuso i battenti è ogni giorno più assordante, soprattutto in una città come Catania, ultimo club a perdere la matricola originaria che ha ultimato saluti, ha smesso di versare lacrime e si prepara ad attendere un nuovo proprietario che possa rilanciare l’attività, magari partendo dalla D.
I giocatori sono andati via da giorni: Greco lunedì esordirà in B con Baldini in panchina in Perugia-Vicenza, Dos Santos è entrato a collaborare con il tecnico toscano. Sipos si allena a Monza, ma è entrato nel mirino della Spal. Moro a gennaio era già del Sassuolo e ha raggiunto la sede reggiana in buona compagnia, visto che con la società neroverde si allenerà anche un altro attaccante giovanissimo, Flavio Russo.
Nel giorno della vigilia di Palermo-Catania, il derby che è stato cancellato sabato scorso, con la cessata attività dell’esercizio provvisorio deciso dal Tribunale, i rimpianti tra i tifosi aumentano. Era il “secondo tempo” di un match che avrebbero voluto vivere dopo il 2-0 maturato al Massimino con il sostegno di 10mila spettatori. Più che alla mancata sfida con i rosanero, si è insistito sul fatto che il campionato avrebbe dovuto celebrare le ultime 4 gare. Ma anche tra i dipendenti del club ieri è stata una giornata particolare: settore amministrativo, scouting, ufficio stampa, marketing hanno liberato gli uffici, scrivanie, portando via tutti gli effetti personali. Un ultimo giorno nella struttura comprensibilmente triste, terminato nel tardo pomeriggio tra rimpianti e lacrime.