L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su quelle che saranno le pedine chiave della sfida al Massimino tra Catania e Palermo.
Compagni di squadra fino a qualche anno fa alla Cremonese, oggi punti fermi delle difese di Palermo e Catania. Lo spostamento di Marconi al centro della retroguardia ha permesso a Filippi di creare un assetto più solido, nella sua linea a tre. Claiton, invece, è l’elemento di maggior esperienza nel reparto arretrato del Catania, che nelle ultime partite ha traballato non poco concedendo almeno un gol in ognuna delle ultime quattro uscite in campionato.
Per mettere un freno all’emorragia di gol subiti, Baldini si affida al brasiliano, che da da quando è rientrato in pianta stabile indossa stabilmente la fascia da capitano. Fascia che Marconi, finora, ha portato al braccio solo una volta, per la contemporanea assenza di De Rose e Accardi nel match col Potenza. Una partita, neanche a dirlo, in cui il Palermo non ha subito gol. Non un caso: con Marconi in campo, i rosanero hanno concesso solamente 4 reti a riprova di quanto la sua presenza sia determinante per rendere la difesa di Filippi un vero e proprio bunker.
Terzini o tornanti da un lato, veri e propri attaccanti dall’altro. Sulle fasce, tra Palermo e Catania, va in scena uno scontro di filosofie. Filippi vuole esterni in grado di coprire tutta la zona di competenza, da una bandierina all‘altra, senza far mancare il proprio apporto né in fase offensiva, né in quella difensiva. Guai a parlare di difesa a cinque, per quanto almeno su una delle due corsie giochi sistematicamente un terzino: spesso a destra, con Almici o Doda, più raramente a sinistra, dove invece il «titolarissimo» è Valente con Giron in seconda battuta. Occhio però anche alla variabile Accardi, rientrato da poco e spendibile in questo ruolo.
Registi per caso, senza sfigurare. Il lavoro di impostazione non è mai stato il fiore all’occhiello delle carriere di De Rose e Rosaia, che però hanno risposto presente una volta chiamati in causa in quel ruolo e si sono rivelati due jolly fondamentali per Palermo e Catania. Se Filippi è Baldini puntano su una mediana di quantità, è inevitabile che lì in mezzo non si possa prescindere da loro due. Nel caso del capitano rosanero, la scelta di affidargli la regia è stata presa sin dal giorno del suo sbarco in Sicilia, quasi un anno fa. In una squadra senza piedi buoni a centrocampo, la sua duttilità e la sua esperienza si sono fatte valere nel cambiare volto ad un Palermo fino ad allora poco convincente, rivitalizzatosi con l’avvicendamento in panchina.
Numeri alla mano sembrerebbe una sfida a senso unico, ma Catania-Palermo è anche un derby tra bomber. Poco importa se tra Moro e Brunori ci sono nove reti di distacco: merito del rendimento straordinario del centravanti rossazzurro, un caso più unico che raro in un torneo dove difficilmente si arriva a raggiungere la doppia cifra nel girone d’andata .