L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Catania e sui soldi di Mancini che non arrivano.
I tempi si allungano, la firma non arriva e, forse, neanche i famosi bonifici con le somme richieste dal bando redatto dal Tribunale fallimentare. Da un rinvio all’altro, sembra più una corsa ad ostacoli che la «normale» procedura e stipula di un atto notarile per trasferire la gestione del Catania all’imprenditore romano Benedetto Mancini. Sembra che il «canale» bancario bulgaro abbia qualche problema a collegarsi con i flussi italiani. Storia non originale, perché riporta indietro a quanto successo nel 2019, a Palermo, con l’arrivo fuori tempo massimo di una fidejussione che, comunque, non sarebbe stata formalmente impeccabile. Risultato: la fine della società rosanero, all’epoca in Serie B.
Quanto sta accadendo a Catania in in queste settimane, non sembra molto diverso e il comunicato ufficiale diffuso ieri dal Football club Catania 1946, la società appositamente costituita per subentrare al fallito Calcio Catania, piuttosto che alimentare fiducia, suscita ulteriori perplessità. «Abbiamo inoltrato oggi (ieri, ndr) ai curatori fallimentari del Calcio Catania una comunicazione formale, specificando che le problematiche emerse martedì scorso sono in via di risoluzione. Con rispetto e fiducia, assicurando il sostegno richiesto nel corso dell’esercizio provvisorio, attenderemo la comunicazione della data fissata dalla curatela, che potrà effettuare le verifiche nei prossimi giorni, per il rogito», è scritto nella nota diffusa tramite social. Il riferimento alle “problematiche emerse”, altre, nuove, rispetto alle precedenti che hanno portato ad altri rinvii, insomma, potrebbero non essere neanche le ultime.