Catania, Grassani: «Unica soluzione per salvare il titolo è la cessione del ramo d’azienda. Se non ci saranno offerte…»

Domani si conoscerà il futuro del Catania. “Itasportpress” ha intervistato l’avvocato Mattia Grassani per parlare della situazione del club etneo.

Ecco le sue parole:

«L’unica soluzione per salvaguardare il titolo sportivo è la cessione del ramo d’azienda, ai sensi dell’art. 52, comma 3, NOIF, che può perfezionarsi esclusivamente in costanza di esercizio provvisorio dell’impresa. Conseguentemente, se non dovesse essere prorogato l’esercizio provvisorio, il Calcio Catania S.p.a. sarebbe escluso dal campionato e radiato dalla FIGC, senza possibilità che subentri una nuova proprietà. Bando? A mio avviso risponde al blasone di una piazza come Catania e alle aspettative che ricadranno su chi dovesse rilevare la società. Catania è una piazza sicuramente ambiziosa ma che è in grado di dare molto; chiaro, comunque, che la congruità della valutazione la decide il mercato: se non ci saranno offerte, è evidente che l’azienda sportiva non era appetibile a quelle condizioni per gli investitori. Purtroppo la situazione critica del Catania si trascinava da molto tempo. E’ chiaro che, attualmente, la Serie C, soprattutto per società rappresentanti piazze importanti, che hanno l’obiettivo di salire di categoria, presenta ricavi troppo modesti per potersi anche solo avvicinare agli ingentissimi costi di gestione. Per questo le società poggiano in maniera pressochè esclusiva sui finanziamenti dei soci. La crisi economica mondiale ha certamente inciso sulle tasche degli imprenditori, che giocoforza hanno dovuto ridurre gli investimenti che, nel calcio di Serie C, sono quasi sempre a fondo perduto. Le nuove norme recentemente introdotte dalla FIGC – e mi riferisco all’art. 20 bis delle NOIF – consentono di limitare l’ingresso nei club a soggetti tendenzialmente solvibili ed economicamente strutturati, ma il vero problema da risolvere è quello dei ricavi praticamente inesistenti nella categoria, specie per i club che competono per la promozione e non usufruiscono in maniera massiccia dei proventi da ‘minutaggio’».

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Redazione Ilovepalermocalcio