Catania, ci sono almeno tre cordate pronte per l’asta del 4 marzo: ma si teme una sorta di Sigi-2
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla situazione del Catania in attesa della nuova asta fallimentare.
La partita è una piacevole distrazione, visto che la squadra gioca bene e vince, anche. Ma a tenere banco, a Catania, è sempre la situazione legata all’asta competitiva del 4 marzo. Il secondo bando fa gola a tanti (per ora solo a parole) visto il prezzo iniziale al ribasso (500 mila euro, non più un milione) e attorno alla cessione del ramo d’azienda sportiva si sta agitando un gruppo del nord non meglio identificato, per ora, oltre all’imprenditore laziale Benedetto Mancini.
Quest’ultimo ha assistito al match contro il Francavilla in tribuna d’onore accompagnato dall’ex socio Sigi Gianfranco Vullo. A guidare Mancini in città è stato anche l’avvocato Giovanni Ferraù, ex presidente della cordata etnea. I tifosi osservano i movimenti, in tanti non gradiscono questa soluzione. Ce ne sono altre? L’imprenditore etneo Russo Morosoli ha chiamato a raccolta gli altri colleghi etnei per formare un altro gruppo che possa gestire eventualmente il titolo sportivo. Qualcosa si muove ma in città, scottati per il fallimento del club dopo la gestione di 25 soci di Catania e dintorni, in tanti storcono il muso e non vorrebbero accogliere una sorta di Sigi-2 con un numero imprecisato di soci a tentare di nuovo la gestione e il rilancio del calcio.