Catania, c’è il fallimento. Ma per ora può giocare. Servono subito 600 mila euro
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul fallimento del Catania e analizza quelle che potrebbero essere eventuali vie d’uscita.
A Catania è fallito pure il calcio. Il Tribunale poche ore prima del match contro il Monopoli ha accolto l’istanza della Procura della Repubblica. C’è uno spiraglio visto che è stato autorizzato l’esercizio provvisorio, concesso fino al 2 gennaio. Sono stati nominati tre curatori fallimentari incaricati di esaminare e gestire le finanze, aspettando – eccola la flebile speranza – che nel frattempo la proprietà della Sigi immetta denaro (600 mila euro subito) per permettere alla squadra di proseguire la stagione.
La storia Perchè questa fine? La Sigi aveva salvato dal fallimento il club – che era in mano ad Antonino Pulvirenti – nel luglio 2020, ma il mancato accordo con Joe Tacopina e i mancati incassi per il Covid avevano acuito la crisi. Con l’aggravante che i 24 soci Sigi, dopo le prime ricapitalizzazioni, hanno finito per litigare spaccandosi in fazioni e causando di fatto uno stato di insolvenza che ha indotto il Tribunale a dichiarare il fallimento. C’è dunque una piccola speranza di terminare la stagione? Sigi dovrebbe compattarsi, scucire denari per garantire la continuità sportiva e magari fare entrare nuovi investitori, visto che si sarebbe palesata – con una manifestazione di interessi – la presenza dell’imprenditore romano Benedetto Mancini che avrebbe promesso di immettere capitale fresco per risollevare il club. Al di là di interessi esterni, la città chiede alla Sigi di onorare le promesse di due anni fa, versare liquidità per salvare il salvabile, evitando liti che hanno compromesso l’attività, visto che non si è mai arrivati alla ricapitalizzazione, neanche a ridosso delle udienze prefallimentari degli ultimi mesi.
La squadra Immagini della giornata. Le lacrime dei calciatori a Torre del Grifo poche ore prima della gara, la rabbia dei tifosi che si preparavano ad andare allo stadio, lo smarrimento di Francesco Baldini che aveva accettato la sfida in estate quando non era certo che il Catania si iscrivesse, gli occhi nel vuoto di Maurizio Pellegrino (direttore dell’area sportiva), che nonostante le casse vuote aveva tentato di costruire un organico dignitoso. Tutto ciò non poteva portare a una serata di festa. In campo ha vinto il Monopoli con un gol di testa di Langella e col bis di Bussaglia in ripartenza. Il Catania ha lottato nonostante lil rosso a Rosaia a 20’ dalla fine, ma la giornata era troppo triste. Solo la squadra di Colombo ha fatto festa: ora è seconda da sola.