Catania, Astorina: «Tacopina era una carta da giocare. Comprare il club etneo è una grandissima opportunità»
Intervistato da “Il Quotidiano di Sicilia” l’ex presidente del Catania Gianluca Astorina ha commentato così la situazione in casa rossazzurra con il bando per la vendita della società.
Ecco le sue parole:
«L’idea del Tribunale era subito chiara, nominando i CTU affinchè si facessero tutti i calcoli necessari per portare a termine il campionato. Poi sono stati nominati i curatori e l’emissione del bando è stata logica, estrapolando l’aspetto sportivo da tutto il resto per potere salvare il salvabile. C’era una quantità enorme di debiti, il grosso rappresentato da 26 milioni con il Credito Sportivo, il resto con il fisco poteva essere rateizzato a lungo termine. Il debito con il fisco poteva anche essere dimezzato, così come stava avvenendo quando si pensò di fare la ristrutturazione del debito e la transazione fiscale, scendendo da 15 milioni a 7.2 milioni pagabili in X anni. C’erano questi debiti ma si potevano affrontare. Il Covid ha influito in minima parte secondo me perchè tutti questi incassi non avrebbero aiutato più di tanto il Catania. Bisognava fare un bel piano industriale. Era una bellissima carta da giocare quella di Tacopina, lui mise anche 800mila dollari e non crede ci sia qualcuno che metta soldi a fondo perduto senza avere una precisa idea sul da farsi. E’ un bel rimpianto. Non so perchè è naufragata la trattativa con Tacopina, mi dispiace. Una delle eredità che ci ha lasciato Tacopina è mister Baldini, fortemente voluto da Tacopina stesso. Chissà cosa avrebbe fatto Tacopina all’interno del Catania. Purtroppo è andata così, non so il motivo. L’errore più grande di Sigi è stato comprare. Probabilmente volevano subito rivendere, o volevano portare avanti il Catania in un determinato modo. Possono essere tanti i motivi, io penso che l’idea fosse quella di fare un atto d’amore salvando la società e rivendere subito, poi purtroppo sono rimasti col cerino in mano e le varie divergenze d’opinione interne alla Sigi hanno fatto il resto».
«Bando opportunità imperdibile? Grossissima opportunità perchè tu prendi una squadra in C, devi affrontare un esborso di 3 milioni di euro circa per quanto riguarda il monte debitorio legato all’aspetto sportivo che secondo me fra qualche giorno sarà anche inferiore perchè Calapai è stato ceduto, idem Maldonado, altri andranno via sicuramente. Dal punto di vista economico sono somme risparmiate. Non parliamo di cifre elevatissime ma è sempre un risparmio che si può avere. Uscendo oggi 3 milioni di euro per completare la stagione, più un milione o più se c’è l’asta, arrivi a 4/4.5 milioni di euro. In D potresti spendere 5 milioni e non sei neanche sicuro di salire in C. Secondo me questo tentativo va fatto oggi, la piazza ha fame. Sperando nell’apertura dello stadio legata alle normative Covid, sicuramente il tifoso risponderà. Sbaglia chi non ci crede e vuole ripartie dalla Serie D. Se quando fui in carica altri soggetti si avvicinarono concretamente al club? Sì, ma c’è stato un problema legato alla piazza, che voleva a tutti i costi il Comitato prima e la Sigi dopo, alcuni di questi soggetti si sono anche un pò tirati indietro per questo. Se si faranno avanti adesso? Credo di no. Torre del Grifo? Per come è progettata oggi, la struttura ha un costo ingente per la manutenzione, come il gas o l’energia elettrica. Ricordo bollette di 30/35mila euro al mese di energia elettrica. Possono essere fatti degli accorgimenti per migliorare la situazione, bisogna fare dei piccoli investimenti sulla manutenzione e poi c’è la possibilità di sfruttare ancora meglio Torre del Grifo perchè alcune attività del centro sono utilizzate al 10% del potenziale. Ad esempio il centro di riabilitazione che è ottimo e curato da ottimi professionisti. Non è stato valorizzato. Può diventare un centro bellissimo, Torre del Grifo. Però devi spendere dei soldi».