Caso scommesse, un punto per Zaniolo: a Torino aspettano la sua versione, ma non risultano giocate sul calcio

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e su Zaniolo.

Sarà Nicolò Zaniolo il prossimo calciatore a essere interrogato dalla Procura di Torino. Dopo Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, toccherà a lui rispondere alle domande della pm Manuela Pedrotta, che coordina l’inchiesta su un giro di scommesse su piattaforme illegali. Succederà nei prossimi giorni, verso la fine di questa settimana o nel corso della prossima, perché l’azzurro non ha la stessa urgenza del suo compagno di Nazionale Tonali, e la Procura preferisce ascoltarlo dopo aver completato il lavoro investigativo sui dispositivi elettronici sequestrati giovedì scorso a Coverciano, quando gli è stata notificata l’iscrizione nel registro degli indagati. Nel frattempo la sua posizione sembra alleggerirsi almeno dal punto di vista sportivo, dal momento che sul fronte scommesse non è stato tirato in ballo dagli altri calciatori.

La Procura federale, che ha comunque aperto un fascicolo su Zaniolo, finora non ha raccolto alcun elemento contro di lui. In sostanza non ci sono riscontri che l’ex romanista, ora all’Aston Villa, abbia scommesso sul calcio, come sostiene invece Fabrizio Corona. Zaniolo fin dal primo contatto con gli inquirenti a Coverciano ha dichiarato di non aver mai scommesso, ammettendo però di aver giocato a blackjack su un portale che non sapeva fosse illegale. Una linea difensiva portata avanti dai suoi legali, Antonio Conte e Gianluca Tognozzi, che adesso aspettano la chiamata dalla Procura di Torino perché il loro assistito possa chiarire la sua posizione: oggi è probabile un contatto con la pm per individuare una data.

La genesi del coinvolgimento di Zaniolo nell’inchiesta torinese è differente rispetto a quella di Tonali. Il suo nome infatti è stato trovato tra quelli degli scommettitori su uno dei tanti siti illegali su cui la Procura sta investigando (alcuni sono stati identificati, altri ancora no) e perciò risulta indagato. Né Fagioli né Tonali però lo avrebbero tirato in ballo negli interrogatori con le due procure, mentre l’ex milanista era stato citato per la prima volta dallo juventino