L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Tonali e sul caso scommesse.
Ci sono giorni che passano in fretta e altri che durano un’eternità. Sandro Tonali se ne sta accorgendo in queste ore, stretto tra l’apparente normalità e l’inquietudine per ciò che succederà. Oggi potrebbe giocare la sua ultima partita della stagione con il Newcastle e all’inizio della prossima settimana, quando i suoi avvocati sono attesi di nuovo in Procura Federale per il patteggiamento, conoscerà la durata della squalifica per il caso scommesse, che potrebbe tenerlo lontano dal campo per un anno, facendogli saltare anche l’Europeo in caso di qualificazione azzurra.
Stipendio sospeso Una storia triste in cui gli aspetti umani e quelli sportivi si sovrappongono, perché oltre a essere un patrimonio del nostro calcio, Sandro è un ragazzo che va aiutato a superare un momento di difficoltà. Ha sbagliato e pagherà, in più dovrà fare i conti con una serie di incognite legate al fatto che da quest’anno gioca in Premier League. Prima di tutto lo stipendio: al contrario di Nicolò Fagioli, a cui la Juve ha deciso di non toccare l’ingaggio durante i 7 mesi di squalifica, il centrocampista azzurro non percepirà dal Newcastle gli 8 milioni più bonus stagionali durante la squalifica, come previsto dal contratto. In aggiunta corre anche il rischio di non potersi allenare: in Inghilterra non esiste un protocollo, c’è il precedente dell’attaccante del Brentford Ivan Toney, squalificato per 15 mesi — poi ridotti a 8 — per aver puntato su partite del suo club e anche su se stesso, che per 4 mesi non ha potuto lavorare coi compagni perché così era previsto dal dispositivo di squalifica. Dipenderà da quanto verrà stabilito in sede di patteggiamento, certo è che per Tonali sarebbe durissimo dover affrontare il periodo senza partite ufficiali anche con la prospettiva di doversi allenare in solitudine.