L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” si sofferma sulle rivelazioni dell’ex Spezia Petra, zio di Antonio Esposito in merito al caso scommesse.
L’affare calcioscommesse imbocca una strada che porta dritta in Liguria: «Ho sentito Fabrizio Corona anche poco fa, gli ho raccontato soltanto fatti veri che possono essere verificati. L’ho fatto per aiutare mio nipote, Antonio Esposito, che è a conoscenza di puntate illecite fatte da calciatori». A parlare è Maurizio Petra, 55 anni, origini napoletane, un passato burrascoso fatto di piccoli precedenti di droga. Afferma in modo netto di essere una delle fonti dell’ex re dei paparazzi. E in effetti proprio pochi giorni fa, lo stesso Corona, in un’intervista a Radio Radio, ha dichiarato di avere «una fonte alla Spezia» che indicava come «il protagonista della vicenda il nipote, con prove oggettive».
Il riferimento, come premesso, era ad Antonio Esposito, 33 anni oggi, ex promessa dell’Inter: nel 2010 fece parte del gruppo del triplete allenato Josè Mourinho. Esposito – residente a Beverino, nell’entroterra della Spezia – non ha però poi avuto fortuna nel calcio e dopo aver girovagato per anni nelle serie minori ha fatto per diverso tempo il factotum di Nicolò Zaniolo, talento della Nazionale cresciuto nel Golfo dei poeti e oggi al centro dell’inchiesta sulle scommesse nelle piattaforme illegali insieme ai compagni azzurri Sandro Tonali e Nicolò Fagioli. Petra non precisa perché e in che modo stia aiutando il nipote, sul punto mantiene il riserbo. Tuttavia tiene a rimarcare di aver «raccontato soltanto la verità». Il movente non sarebbe economico: «Mi hanno offerto qualsiasi cifra. Ma non l’ho fatto né per notorietà né per soldi. Non mi interessa».
Ancora sul nipote: «Lui mi ha messo in questa situazione per farsi aiutare». Per orientarsi a fondo nel caso occorre comprendere come queste figure sono collegate tra loro. Zaniolo ed Esposito, ricordiamo, sono entrambi cresciuti alla Spezia. Sono amici, da sempre, tanto che quando Esposito, più grande di nove anni, non ha sfondato nel mondo del calcio, nonostante i trascorsi nella Primavera dell’Inter e qualche apparizione in prima squadra, Zaniolo gli ha teso la mano nominandolo, di fatto, suo stretto collaboratore. I due erano inseparabili soprattutto nel periodo in cui Zaniolo ha militato nella Roma, prima di trasferirsi in Turchia al Galatasaray e successivamente all’Aston Villa, in Premier League. Poi qualcosa si è rotto. I due, almeno apparentemente, si sono allontanati. I motivi reali sono ignoti anche se in Liguria circolano le voci più disparate. Esposito ha ricominciato a giocare nei dilettanti del Finale Ligure, nel savonese, dopo aver studiato per diventare agente di calciatori. Nelle ultime settimane, però, spunta Maurizio Petra, lo zio materno di Esposito. Anche Petra nonostante le origini partenopee, vive da molti anni nello spezzino.
L’uomo ha un passato di precedenti penali e sicuramente quanto afferma è da verificare però ha raccontato a Corona presunti retroscena sul mondo delle scommesse illegali che vedrebbero il coinvolgimento di calciatori, anche di Zaniolo. Il quale, per voce del suo legale, continua a smentire di aver mai effettuato puntate su partite di calcio. Al centro della vicenda, ad ogni modo, c’è la piaga della ludopatia. Il primo a chiedere una cura per la dipendenza da gioco d’azzardo è stato come noto il talento della Juventus, Fagioli. Dopo la sua autodenuncia alle forze dell’ordine, il caso scommesse si è allargato a tal punto da inglobare altri volti noti del calcio italiano. Ora però gli investigatori della Procura di Torino potrebbero iniziare a compiere accertamenti sul rapporto tra Esposito e Zaniolo. Sul caso calcioscommesse è intervenuto pure il presidente del Finale Ligure: «Esposito si dichiara estraneo ai fatti e si difenderà nelle sedi opportune. È molto scosso. Come club attendiamo sviluppi e poi valuteremo il da farsi».