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Caso scommesse. La polemica con il padre, l’agente di Fagioli: «L’abbiamo convinto noi a denunciarsi»”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caso scommesse e su Fagioli.

«Nessuna mala gestione, siamo stati noi a dirgli di denunciare». Marco Giordano, procuratore di Nicolò Fagioli, respinge al mittente ogni accusa. E decide di rispondere al papà, Marco Fagioli, che aveva accusato gli agenti di non aver tutelato al meglio il figlio. «Il padre dice che non era a conoscenza di niente e punta il dito su chi cura gli interessi del giocatore. Alcuni piccoli procuratori parlano della mala gestione di agenzie multinazionali. L’unica cosa che posso dire è che il nostro assistito aveva questi problemi pregressi alla firma con noi, la Caa Stellar. Eravamo in prossimità dell’estate e la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di consigliargli di autodenunciarsi e curarsi».

Il ramo italiano dell’agenzia inglese, la Caa, ha aperto da poco e rappresenta diversi calciatori: da Scamacca a Insigne, fino a Fagioli. Il giovane azzurro è uno dei tanti campioni della scuderia, di cui fanno parte tra gli altri Camavinga, Grealish, Kalulu e Loftus-Cheek. «Siamo l’agenzia pi grande del mondo — afferma Giordano, figlio di Bruno, ex campione di Lazio e Napoli — ma il rapporto con i nostri assistiti è stretto, continuo e personale». Talmente forte da indirizzarlo a denunciare: «Nicolò è affetto da ludopatia, problema nato quando non eravamo noi gli agenti. Nonostante questo abbiamo deciso di non lasciarlo solo. Quindi altro che mala gestione, lo abbiamo aiutato in tutti i modi. E devo dire che si è comportato in maniera esemplare da quando ha firmato con noi».

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Redazione Ilovepalermocalcio