Caso scommesse, Gravina: «Ragazzi come carne da macello, non li abbandoneremo»

Gabriele Gravina si è espresso a margine della presentazione del premio Aics di cultura sportiva intitolato a Beppe Viola sul caso calcio scommesse che in queste settimane ha colpito il calcio italiano.

Di seguito le sue parole:

«Ho la sensazione che stiamo giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani. Ho il dovere, come padre e come nonno, di difendere la dignità di tanti giovani italiani che in questo momento stanno diventando carne da macello, a livello di comunicazione diffusa e non particolarmente onesta. Dobbiamo tutelare l’integrità morale, accompagnare questi ragazzi in un processo di crescita in cui ciascuno di noi si assume le proprie responsabilità. Le nostre sanzioni infatti prevedono anche l’opportunità di un recupero: noi questi ragazzi non li abbandoneremo mai. Richiesta dimissioni? Questi soggetti hanno commentato in maniera non approfondita su temi specifici, perché ho visto approssimazione in alcune affermazioni – le sue parole -. La risposta è stata una risposta decisa da parte di tutto il movimento sportivo, che rivendica, come devo fare io, il principio del rispetto dell’autonomia, che implica al suo interno un altro principio, che è quello della democrazia. Questi due concetti hanno un sentimento di fondo: la libertà, che non può essere calpestata da nessuno».

«Bisogna approfondire meglio alcuni argomenti, sennò corriamo il rischio di far danni al nostro Paese e non solo al mondo del calcio – ha sottolineato Gravina in merito a tali dichiarazioni – Ho sentito parlare di responsabilità del mondo del calcio sul caso scommesse: se il mondo del calcio non avesse, tra novembre e dicembre 2020, inserito nei suoi principi statutari le sanzioni per chi scommette, avremmo dovuto adeguarci alle leggi dello Stato e quindi non avremmo avuto nessuna sanzione in capo a questi ragazzi. Noi invece riteniamo di aver adottato norme di tutela. Il doping? C’è stato un caso, ma l’abbiamo individuato. Noi non siamo responsabili di chi si dopa: dobbiamo stabilire le norme e individuare e punire chi si dopa. Ho sentito parlare anche di infrastrutture: legittimamente, il governo italiano ha comunicato in maniera forte che non c’è un euro a favore di questo tipo di attività. La Federazione non è un’azienda di costruzioni che realizza stadi, noi ci siamo preoccupati nell’offrire opportunità, non a caso abbiamo portato a casa Euro 2032, un successo nazionale e internazionale».

 

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Redazione Ilovepalermocalcio