Caso Catania: “Com’è possibile che club in queste condizioni si iscrivano al campionato?” Arriva la risposta di Ghirelli

Il portale tematico “TuttoC.com” ha realizzato un editoriale in cui parla della situazione delicata del Catania, ponendo un interrogativo alla Lega Serie C, ma in particolar modo anche più in generale alle federazioni italiane, sul perché club con queste difficoltà riescano a iscriversi ai campionati.

“Avessi un euro per ogni volta che qualcuno mi ha chiesto come fosse possibile che il club X o Y abbia ricevuto l’ok per iscriversi al campionato di Serie C, probabilmente adesso vi direi la mia dalla veranda di una villa sul lungomare di Barcellona con un Moscow Mule appoggiato sul tavolino. Purtroppo, però, la realtà è ben diversa e se già non sento urlarmi contro sbattendo qualche porta, come solo una Grimilde (per i più giovani si tratta della matrigna di di Biancaneve) del 21° secolo saprebbe fare, quando spiego come funziona il tutto, posso ritenermi soddisfatto. Tornare a parlare di questo tema oggi è chiaramente legato a quanto sta accadendo a Catania, con l’11 novembre prossimo che rappresenta la deadline per il pagamento degli stipendi ai calciatori. Termine ultimo che, se non rispettato, porterà alla messa in mora da parte degli stessi tesserati e, nel giro di poco tempo, al loro svincolo. Per evitarlo la Sigi, società controllante il club rossoazzurro, oltre che a continuare il lavoro di ricerca di una proprietà (belli i tempi in cui Tacopina bussava alla porta) starebbe anche prendendo in considerazione l’ipotesi di affittare il centro sportivo di Torre del Grifo per racimolare la cifra necessaria. Un’eventualità, questa, così estrema che dà bene il senso della situazione nella quale versa la società etnea. E’ per questo motivo che la domanda con la quale ho iniziato il mio pezzo torna a farsi sentire con forza. E la verità è una: le nuove regole per l’iscrizione ai campionati hanno nettamente migliorato la situazione, ma da sole non bastano per risolvere il problema. Questo perché in più di un’occasione è accaduto che anche società in difficoltà siano riuscite ad ottenere il lasciapassare sfruttando quella poca forza economica che rimane loro: sperando, in estrema sintesi, che arrivi il principe azzurro a salvarle.

Eccoci dunque al quesito definitivo: come potere evitare che tutto questo accada ancora? Trovare una risposta non è semplice e probabilmente per identificarne una credibile occorrerà andare a cercare nel posto meno consueto di tutti. Ovvero fra coloro che negli anni si sono detti contrari al tanto chiacchierato FairPlay Finanziario. Una delle tesi portate avanti da quegli economisti e addetti ai lavori  che si sono opposti alla strategia della UEFA per il controllo degli eccessi dei club non punta infatti, al limitare gli investimenti delle proprietà in base ai propri bilanci, bensì all’obbligatorietà di presentare ad inizio di ogni stagione sportiva le necessarie garanzie economiche per dimostrare di essere in grado di sostenere tutti i costi previsti. Facendo una esempio: se io proprietà del club “Delta” scelgo fare investimenti monstre (come quello che servirebbe per acquistare Haaland del Borussia Dortmund) devo dimostrare ad inizio della stagione sportiva di avere la forza economica, non solo per pagare il fenomeno norvegese, ma anche tutto il resto della struttura societaria, per tutta la durata dei tornei a cui partecipo. Garanzie, queste, che solo aziende realmente di alto profilo possono permettersi di presentare e che dunque taglierebbero le gambe in via definitiva a chi non è in grado di farcela.

Con le dovute proporzioni, ovviamente, l’unica strada percorribile potrebbe essere questa. Per evitare che certi incubi continuino a perpetrarsi. Questa la risposta. Chissà se il presidente Gravina e di riflesso Ghirelli cosa ne pensano”.

La risposta da parte della Lega Pro e del presidente Ghirelli non si è fatta attendere. Ecco dunque il messaggio del numero uno della terza serie italiana:

“La vicenda Catania è una sofferenza per la Città, per i tifosi e per chi ama il calcio. Sigi ha ereditato una situazione critica e ha tentato e tenta di portare in porto una nave molto in crisi. Nessuno dimentica che allora ci fu una convergenza a Catania che esercitò una forte azione per salvare il Catania Calcio e spingere nella direzione di Sigi . Sarebbe opportuno che nessuno dimentichi quel passaggio e di conseguenza si impegni a rispettare quelle responsabilità che a Catania furono assunte e date. La pandemia ha semplicemente aggravato il quadro generale ed anche, per decretazione nazionale, consentito di abbassare le “barriere” per l’entrata in un campionato. Oggi, FIGC, io sono totalmente d’accordo, pensa che la fase emergenziale non possa più prevedere deroghe, le barriere di ingresso tornino alla giusta altezza e si innovi, a partire dal fatto che si abbia contezza della effettiva consistenza economico-finanziaria per assicurare l’oggi e il futuro. In definitiva lo sguardo e le verifiche vadano fatte più con l’occhio rivolto sul presente e sul futuro e meno sul passato ( pur importante). Bisognerà verificare la consistenza patrimoniale, finanziaria di chi acquista e si dovrà avere un piano economico-finanziario per la consistenza aziendale, un cambio radicale senza se e senza ma. Poi, vi è da aggiungere, licenze nazionali con tutte le regole da emanare prima dell’inizio del campionato affinché tutti conoscano le “regole di ingaggio” prima. Altra scelta ineludibile che abbiamo proposto, preiscrizioni a marzo, via il “teatrino” di giugno, luglio, agosto”, via le deroghe, stadi ed altro. Si iscrive chi programma, ha le infrastrutture sportive adeguate e chi ha consistenza economico-finanziaria. Aggiungo che occorre introdurre la flessibilità dei contratti. Queste sono le proposte che scaturiscono dalla esperienza concreta e che sono da noi considerate ineludibili per mettere in sicurezza il campionato e il calcio”.