Il caso di Nicola Bellomo e le scommesse relative alla sua espulsione durante il playout di Serie B tra Ternana e Bari ora è oggetto di indagini da parte della procura di Bari. Il fatto che Bellomo sia stato espulso senza nemmeno entrare in campo, dopo un litigio con un raccattapalle mentre la sua squadra stava conducendo con un ampio margine, ha sollevato sospetti significativi. Questo è accaduto nonostante la situazione di gioco non richiedesse un comportamento così estremo, dato che il Bari era in vantaggio per 3-0 e vicino alla salvezza.
Gli investigatori si sono concentrati sul volume insolitamente alto di scommesse fatte sull’espulsione di Bellomo, soprattutto considerando che la quota per il suo cartellino rosso era molto alta, quotata 24 volte la posta. È particolarmente rilevante che molte di queste scommesse sono state piazzate nelle ricevitorie di Bari, la città natale del giocatore. In aggiunta, ci sono state indagini su scommesse potenzialmente fatte tramite piattaforme illegali, che a differenza delle piattaforme regolamentate, potrebbero aver pagato tali puntate.
Le indagini sono complicate dalla circolazione di immagini di scommesse incriminate sui social media, aumentando l’attenzione pubblica e mediatica sul caso. Mentre né Bellomo né la società del Bari, guidata da Luigi De Laurentiis, risultano al momento indagati, la procura Figc, sotto la guida di Giuseppe Chiné, aveva già avviato un’inchiesta separata.
La situazione attuale vede la Guardia di finanza impegnata nell’indagine, procedendo a carico di ignoti. Questo caso riflette non solo le implicazioni legali e sportive di tali azioni ma solleva anche questioni più ampie sulle scommesse nel calcio e sulla loro regolamentazione. La risoluzione di questo caso potrebbe avere un impatto significativo sulle politiche future riguardanti le scommesse sportive e l’integrità nel calcio italiano.