“Trazzeri”: ritratti e storie rosanero – Casimiro Di Fiore, Cartoon Rosanero
Il campionato appena concluso ha regalato un finale di stagione davvero emozionante, con un testa a testa fra Palermo e Carpi che ha tenuto con il fiato sospeso tutti i tifosi rosanero. La salvezza conquistata nell ’ultima giornata è stata simile ad un’impresa, una rincorsa incredibile sulla squadra emiliana che ha dato i frutti sperati solo nelle ultime quattro gare. Alla fine l’ha spuntata il Palermo, che battendo con merito un Verona già retrocesso è riuscito a vincere l’appassionante duello a distanza con il Carpi, una sfida che per Casimiro di Fiore, ospite questa settimana della nostra rubrica, è stata davvero speciale.
Ben trovato Casimiro, come hai seguito la lotta per non retrocedere fra Carpi e Palermo e perché è stata particolarmente emozionante per te?
«Abito a Maranello, ma per una bizzarra fatalità, quest’anno ho insegnato Arte e Immagini in una scuola media di Carpi, per me è stato praticamente un derby. Alle Medie gli studenti sono già grandicelli, addirittura in terza mi sono ritrovato con alunni quindicenni, tifosissimi del Carpi e abituali frequentatori dello stadio. Per tutto l’anno scolastico è stato un susseguirsi di sfottò e di reciproche prese in giro. E pensare che a settembre, quando mi avevano assegnato la cattedra ero tutto contento, convinto com’ero che avremmo disputato un campionato tranquillo: chi lo doveva dire che dovevamo lottare fino all’ultima giornata proprio con il Carpi? Con i miei ragazzi ho un rapporto davvero bellissimo, insieme ci divertiamo molto, considerata la particolarità della materia che insegno. Quando però ci scavalcarono in classifica i miei studenti si scatenarono, arrivarono in classe con sciarpe, bandiere e mi fecero trovare ovunque la scritta “Palermo in B”, mettendo anche dei foglietti nei tergicristalli della mia macchina. Dopo il nostro pareggio di Firenze e la loro contemporanea sconfitta con la Lazio, fui io che mi scatenai e feci loro quello che loro avevano fatto a me: mi presentai in classe con la sciarpa del Palermo, prendendomi una bella rivincita. Tutti i miei colleghi mi guardavano stupiti, ma io mi dovevo vendicare. La vigilia dell’ultima gara fu davvero particolare, i ragazzi erano esaltati, sicuri che il Palermo non avrebbe vinto contro il Verona. Invece ci siamo salvati e il lunedì successivo fu il giorno del mio trionfo, andai a scuola con la sciarpa al collo e indossando la maglia Rosanero».
Da quanto tempo vivi in Emilia e come ti sei ambientato?
«Sono qui da circa 8 anni e mi trovo benissimo. Non si mangia come in Sicilia, ma devo dire che la cucina emiliana non mi dispiace, la metto sul podio italiano insieme alla nostra e a quella campana, anche se è parecchio ingrassante per il largo uso che si fa di insaccati e di carboidrati. Mi sono trasferito in questa Regione subito dopo la laurea, pensando di poter avere più possibilità di trovare lavoro come insegnante, a Palermo è molto più difficile, e ho trovato appoggio presso alcuni amici che già erano qua. Mi sono inserito nelle graduatorie di insegnamento dell’Emilia Romagna e fortunatamente ho iniziato a lavorare da subito, dapprima come supplente e dallo scorso anno, finalmente, sono entrato di ruolo».
Come e quando è nata la tua passione per il Palermo?
«Sono tifoso del Palermo da sempre, è una passione che mi ha trasmesso mio padre. Mi portava a Trapani e insieme a lui, negli anni ’90, ho fatto decine e decine di trasferte in città delle quali neanche conoscevo l’esistenza. Ho visto squadre come Casertana, Nocerina, Casarano e al contrario di molti palermitani che in quegli anni si sono buttati a tifare per le strisciate, posso dire in tutta onestà di non averle mai considerate. Ho simpatizzato, da piccolo, solo per il Napoli perché ho vissuto il periodo di Maradona».
Sui Social sei noto come “Cartoon Rosanero”, come è nata l’idea di abbinare la tua passione calcistica a quella puramente artistica?
«Ho cercato di collegare le mie due grandi passioni perché vivendo fuori sto sempre lontano da tutti i discorsi relativi al Palermo. Con la mia pagina Facebook “Cartoon Rosanero” ho voluto creare un connubio che mi legasse alla mia Terra. La utilizzo per stare sempre a contatto con i tifosi rosanero. Soprattutto quest’anno la mia pagina ha giocato un ruolo fondamentale, perché con i disegni ci siamo un po’ “alleggeriti” da un’annata alquanto disastrosa. L’idea è nata su suggerimento di un mio amico che gestisce un’altra pagina FB “Universo Anticatania”. In occasione della nostra promozione in A e della retrocessione del Catania in B, realizzai un elefantino che non se la passava molto bene e un’Aquila Rosanero che gli andava dietro, una vignetta molto goliardica che fu la scintilla che fece nascere in me la voglia di raccontare il Palermo attraverso i disegni. Nata per scherzo, in molti hanno apprezzato l’idea, anche alcuni giocatori rosanero, come Barreto, Rigoni e Rispoli ai quali ho regalato i loro ritratti. Oggi un po’ tutti mi conoscono con il nick “Cartoon Rosanero”».
Di recente hai vinto il contest della Panini “ RafFIGUra la tua squadra!”, ci racconti che esperienza è stata?
«E’ stata una bellissima esperienza, per una persona come me, tifosissimo del Palermo e collezionista tra l’altro delle figurine Panini è stata una grande opportunità e una cosa magnifica. Sfogliare l’album e vedere le due figurine che ho realizzato, una è del Bologna ma a me interessa principalmente il Palermo, è davvero un’emozione incredibile. Vedere la figurina dell’Aquila Rosanero con la mia firma è una sensazione difficile da spiegare, sicuramente la più grande soddisfazione da quando faccio questo lavoro».
Cosa ti manca della nostra città, di quale quartiere sei originario, speri un giorno di tornare?
«Sono originario di Via Lancia di Brolo, nel quartiere Noce, e l’idea di ritornare c’è. Sono entrato di ruolo da poco e penso di fare domanda di trasferimento perché di Palermo mi manca tutto, i miei genitori, i miei fratelli, i miei nipoti, la famiglia di mia moglie. Mi manca il mare e il Palermo calcio, soffro terribilmente a vedere le partite in tv, prima di andare via ero abbonato e ho molta nostalgia del Barbera. Anche se in Emilia mi trovo molto bene, il calore e il senso dell’ospitalità della nostra gente sono davvero unici al mondo».
Qual è, in chiave rosanero, il tuo sogno nel cassetto?
«Vorrei disegnare un murales allo stadio Renzo Barbera, possibilmente su invito della Società. E’ ovvio che lo farei gratuitamente, tengo a precisarlo, è un mio sogno e spero un giorno di poterlo realizzare».
Come vuoi salutare tutti i nostri amici e cosa auguri al nostro Palermo?
«Saluto tutti i tifosi che stanno a Palermo chiedendo loro di stare il più vicino possibile alla squadra, indipendentemente dai giocatori, dal Presidente e da quant’altro, perché la città ha bisogno di avere una squadra in serie A. C’è molta gente che non ha la possibilità di seguire da vicino il Palermo e fa molti sacrifici per esserci, personalmente ho fatto tre trasferte che mi sono costate quanto un abbonamento di tribuna. Non mi interessano i soldi, ma solo stare vicino ai colori rosanero. Al Palermo auguro di vincere prima o poi una competizione, che sia uno scudetto o una coppa, non importa. Penso al Leicester, che prima di vincere la Premier League, l’anno prima stava retrocedendo. Spero che il Palermo possa ripercorrere questa favola, la qualità è certamente importante, ma molto spesso a fare la differenza sono le motivazioni, i valori ed il pubblico».