“Di fatto abbiamo già superato ora, in cinque giorni, i casi di contagio da Coronavirus registrati la scorsa settimana in sette giorni. Quello di sette giorni ci è sembrato un arco temporale congruo rispetto alla fluttuazioni dei tamponi effettuati e di altre variabili”. Queste le parole di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, rilasciate ai microfoni di “Open” in merito all’emergenza Coronavirus.
Cartabellotta ha continuato dicendo: ” Siamo ora in quella che possiamo definire fase di circolazione endemica del virus. La fase di grande espressione clinica, quella che abbiamo vissuto a marzo e aprile, possiamo dire che si è conclusa. E con le riaperture scaglionate tra il 4 maggio, il 18 maggio e il 3 giugno, il Paese ha ripreso a vivere. Quello che secondo noi è però successo è che molti hanno scambiato il 3 giugno 2020 con una Festa della Liberazione: come se fosse il 25 aprile del 1945. Non è passato, o forse non è voluto passare – con l’arrivo dell’estate, i tanti mesi di lockdown e la voglia di riprendersi la vita – il messaggio che il virus continua a circolare e non ha alcuna modificazione di tipo genetico che lo renda meno aggressivo. Anche tutte queste chiacchiere fatte sulla carica virale fanno parte di studi singoli e non rappresentano una evidenza scientifica consolidata. Per cui l’impressione è che ci si sia un po’ lasciati andare: la mascherina, strumento importante nella prevenzione del contagio, è diventato un bavaglio imposto e una strumentalizzazione politica. Di fatto sì. Perché per il Paese la grande necessità è la riapertura delle scuole. E quello che è successo è che, con le deroghe regionali, questi 21 figli, questi 21 sistemi sanitari – 19 regioni e due province autonome – hanno dimostrato che hanno bisogno che il padre ogni tanto tiri loro le orecchie, altrimenti ognuno va per conto suo e a parità di situazioni vengono prese decisioni diverse. E la decisione politica è sempre molto difficile: deve trovare un equilibrio molto delicato tra salute ed economia”.