Il Carpi è la quarta promossa in Serie B dopo le prime dei tre gironi, ovvero Monza, Vicenza e Reggina. Questo ha deliberato ieri l’Assemblea di Lega Pro (la decisione finale ora passa al Consiglio Federale, ndr) e non sono mancate le reazioni a caldo da parte dei protagonisti. Intervenuto ai microfoni di “Tuttomercatoweb.com” il numero uno del club emiliano, Stefano Bonacini, ha parlato della decisione: «Voglio rimarcare che l’Assemblea ha espresso un giudizio. Quel che dice Ghirelli mi spiace ma è un criterio che ha scelto il Consiglio Direttivo con lui. Io neanche faccio parte del Direttivo, mi stupisco delle parole del presidente».
Con 23 voti a favore, è passata l’opzione per cui sale in B la formazione con la media punti più alta in relazione alle gare giocate
«E’ un criterio matematico, quello è. Ho fatto meno gare ma non è dipeso da me: la Lega ha imposto di non giocare, mi stupisco che ora se ne discuta. La decisione dell’Assemblea è sovrana. Abbiamo votato in sessanta e ha vinto l’opzione che ha avuto più preferenze. Il criterio di assegnare la quarta non l’ha fatto il Carpi, di cosa ci lamentiamo? Che uno ha vinto?».
O che ha vinto il Carpi?
«Se avessi portato io il criterio mi avrebbero potuto dire ‘è a suo uso e consumo’, ma non è così. E’ venuto fuori il nome del Carpi ma perché non andiamo bene? Parlo di un concetto. Cosa abbiamo noi? Il criterio l’ha scelto il Consiglio Direttivo».
Il Bari di De Laurentiis si dice pronto ad agire in tutte le sedi per contestare il verdetto.
«Il Bari non è stato votato per quel che ha chiesto di votare e se ne lamenta, ma vorrei ribadire che questo criterio è stato deciso perché le gare non erano uguali. Ma non mi sono fermato io alla ventiseiesima per crearmi dei vantaggi tre mesi dopo nella votazione del 7 maggio. Vuol dire che ho vinto di più e che ho avuto risultati più importanti. Non è un minus per loro se ho giocato di meno. E’ stata la Lega a far giocare il Girone C e non gli altri due all’inizio della pandemia: noi ci siamo adeguati da soldatini ubbidienti. Avrei continuato a giocare se avessi potuto: esigo rispetto, poi ognuno faccia i passaggi che vuole, ci mancherebbe. Siamo in un paese democratico».
C’era anche l’opzione del sorteggio
«Il campo ci dà ragione, ho questa media che non ho deciso e non ho fatto niente. Non ho chiesto di usarlo fin quando non hanno deciso di non giocare. Il sorteggio non aveva senso, ho fatto valere un principio valido».
Quello del merito sportivo
«La UEFA, nelle sue linee guida, ha spiegato che devono valere merito sportivo, obiettivo, trasparenza e non discriminazione. L’Assemblea ha fatto un lavoro straordinario che oggi è premiante per noi ma domani è una garanzia per tutti. I ventitre che hanno votato non li conosco nemmeno, i Presidenti hanno votato il merito sportivo che tornerà dalla parte di tutti».
Eppure se ne discute
«Hanno deciso di mangiare la pizza, l’hanno fatta, l’hanno condita, l’hanno portata sul tavolo. E poi di che discutono? Hanno dato tre soluzioni. Merito sportivo, play-off o non assegnazione della quarta promozione. Non è stata forzata solo questa opzione. L’Assemblea è sovrana, se vai contro al voto viene meno un principio giuridico. Sarà il Consiglio Federale a decidere ma ci arrivi con una delibera di 23 Presidenti che dicono che è il merito sportivo a decidere. E’ tutelante per il calcio, la matematica non è un’opinione».