In una recente intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, il giornalista Olivero ha avuto l’opportunità di parlare con Giovanni Carnevali, figura di spicco del Sassuolo. Dopo una stagione difficile che ha visto la squadra retrocedere in Serie B, Carnevali, insieme al nuovo allenatore Fabio Grosso e al direttore sportivo Francesco Palmieri, ha immediatamente impostato la rotta per un ritorno in Serie A. Il tempo di reazione è stato brevissimo: “Il Sassuolo è retrocesso il 19 maggio intorno alle 14,30. Nel tardo pomeriggio ho telefonato a Fabio Grosso e il giorno dopo, parlando con lui e con il nuovo direttore sportivo Francesco Palmieri, siamo ripartiti con un unico pensiero: tornare in A”. Questa sera, la squadra fa il suo ritorno a San Siro per gli ottavi di Coppa Italia, un appuntamento che non solo rappresenta una sfida sportiva di rilievo, ma anche un’occasione per Carnevali di riflettere sulla strada percorsa e su quella ancora da percorrere.
Il tempo di reazione è stato brevissimo. «Il Sassuolo è retrocesso il 19 maggio intorno alle 14:30. Nel tardo pomeriggio ho telefonato a Fabio Grosso e il giorno dopo, parlando con lui e con il nuovo direttore sportivo Francesco Palmieri, siamo ripartiti con un unico pensiero: tornare in Serie A».
Per adesso, il Sassuolo torna a San Siro, stasera negli ottavi di Coppa Italia, e la classifica della Serie B strappa solo un sorriso a Giovanni Carnevali, che nel suo ufficio milanese si divide tra telefonate, appuntamenti, messaggi: «Siamo in testa, ma è più importante che la squadra stia giocando bene. A San Siro andiamo a fare una partita seria perché la Coppa Italia ha un valore e ci piacerebbe vincere. E poi è bello avere la possibilità di sfidare un grande club come il Milan e giocare anche quest’anno in uno stadio così prestigioso. Ecco, vedo questa sfida come l’opportunità di dare continuità al nostro lungo percorso in Serie A, in attesa di tornarci».
Quale partita del Sassuolo a San Siro ricorda con più piacere? «La vittoria contro il Milan per 5-2 nel gennaio 2023: non era un momento facile, giocammo benissimo».
In Serie B siete appena passati al comando: se l’aspettava? E sarà una lotta a tre con Pisa e Spezia o si inserirà qualcuno? «Oggi conta poco la classifica. Abbiamo un’ottima squadra e un ottimo allenatore. Grosso ci sta aiutando nella conoscenza di una categoria a cui non siamo abituati. Il campionato è lungo e difficile e sono convinto che ci siano altre squadre destinate al vertice anche se magari adesso sono un po’ staccate: penso a Palermo, Cremonese, Sampdoria. Bastano tre vittorie di fila e risali in fretta».
Ripensando alla retrocessione, che spiegazione si è dato? «Semplicemente che tutto ha portato a quel risultato. Ogni cosa è andata in quella direzione. Non ci siamo arresi, abbiamo provato in tutti i modi a salvarci e questo ci ha aiutato a essere a posto con la coscienza. Ho sempre cercato di trasmettere serenità e ottimismo, anche nei momenti più difficili, perché credo sia giusto così. Nello sport si perde e poi ci si rialza. Errori ne abbiamo fatti, ma non c’è stata una causa determinante: è stato un mix di cose, compresa la difficoltà psicologica a vivere quella situazione. E non posso nemmeno dimenticare l’infortunio di Berardi».
Vero o falso: l’ha cercata la Roma? «Falso. Ho letto e sentito certe voci e naturalmente l’eventuale interesse mi fa piacere. Ma non sono abituato a riflettere su cose che non esistono. Se mai dovessi essere contattato, ci penserei».
Ma dopo tanti anni non ha voglia di un grande club? «Lo sa che per me il Sassuolo è un grande club. E soprattutto ha una grande proprietà. Chiunque ha l’ambizione di far parte di una delle società più importanti. Però per me non conta tanto dove lavori, ma come. Cioè il modo in cui la proprietà intende il tuo ruolo e te lo lascia svolgere».
Vero o falso che se riportasse il Sassuolo in A valuterebbe un cambiamento con maggiore serenità? «Mi lasci portare il Sassuolo in A: è il mio unico obiettivo. A tutto il resto penserò dopo».
Lei ha avuto alcune offerte in passato. Le viene mai il dubbio che certi treni potrebbero non passare più? «È vero che sono stato contattato. Ma se deve succedere, succede. E il treno ripassa. La cosa importante è fare le scelte giuste al momento giusto».
Vero o falso: ha già ricevuto qualche telefonata per Berardi? «Falso. Ma a breve arriveranno. Il valore del giocatore è top. Berardi pian piano sta arrivando alla condizione ottimale. A volte penso che io e Mimmo siamo accomunati dallo stesso destino: potevo lasciare il Sassuolo io, poteva lasciarlo lui e invece siamo qui insieme. Legatissimi tra di noi e con questo club»
Lei non ha quasi mai sbagliato l’allenatore. Grosso è pronto a fare una bella carriera? «Può diventare allenatore da grande club. Ne ha tutte le caratteristiche sia come tecnico sia come uomo. Ha idee chiare, conoscenze, personalità. Ed è l’allenatore giusto per la filosofia del Sassuolo».
Nel calcio dei fondi, delle proprietà sempre più straniere e degli algoritmi, c’è ancora spazio per i manager come Carnevali? «Io sono un uomo di calcio, della vecchia scuola. Ho una visione ampia: campo e scrivania. E potrei serenamente lavorare con un fondo. Il problema di tante società è che si affidano a uomini non di calcio»