Caprile bomber tra i pali: «Così ho stregato Bari»

E lia Caprile, come si sta da capoclassifica? «Nessun capogiro mancano ancora 22 punti per la salvezza. Tutto quello che viene dopo è tanto di guadagnato».

Cosa le piace di questo Bari? «Il perfetto mix tra gioventù ed esperienza. Ci divertiamo, stiamo bene insieme».

Come sta vivendo questi suoi primi successi? «Con enorme equilibrio. So benissimo com’è la vita di un portiere. Sei sempre protagonista nel bene e nel male. Se voglio diventare qualcuno devo lavorare sodo. Otto partite vengono dimenticate in fretta».

Ma lei dove vuole arrivare? «Non mi pongo limiti, vivo alla giornata. Posso arrivare in alto ma questo alto non sono dove sia e dove posso porre l’asticella. Non ho un obiettivo prefissato».

C’è una partita che quest’anno vorrebbe rigiocare? «Bari-Spal non solo per il risultato perché finì 2 a 2 dopo essere stati sul 2-0. Rigiocandola rialzeremmo il livello dell’attenzione ma è servita molto come lezione alla squadra perché poi a Cosenza e a Cagliari abbiamo vinto per 1 a 0 senza prendere gol».

C’è stato un suo concorso di colpa in uno dei due gol? «Magari in occasione del primo potevo fare un pò meglio ma non ho perso il sonno sono andato avanti sereno».

Il suo modello è Buffon? «Verissimo. La sua maglietta oro della nazionale italiana nei mondiali 2006 il primo ricordo calcistico. Me la portò mio padre sul campetto della mia casa di montagna mentre i miei cugini presero quella di Totti, Del Piero, De Rossi e Materazzi. Quella maglietta è stata l’inizio di tutto perché Buffon è “il portiere”».

Si sente più un gattone o un giaguaro?
«Più un gattone essendo alto e meno vistoso nelle parate».