Cannavaro: «Portogallo? Siamo noi i più forti. Confido in Bonucci e Chiellini, servirà la mentalità vista all’Europeo»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sui playoff per Qatar 2022 e lo fa attraverso le parole di Fabio Cannavaro.
Fabio Cannavaro sa come si fa. Nel novembre del 1997 era in campo nella sua Napoli quando l’Italia vinse 1-0 (gol di Casiraghi) contro la Russia lo spareggio per il Mondiale di Francia ‘98. «Ma era tutto un altro calcio. Noi eravamo molto forti. E passammo nonostante… l’unico mio autogol in azzurro, nell’andata a Mosca. Tanto forti che poi al Mondiale uscimmo solo ai rigori ai quarti contro la Francia che vinse il titolo. Però le cose erano diverse».
Già, con Cesare Maldini si giocava ancora con il libero…
«Vero. Ma se vogliamo con Costacurta dietro me e Ciro Ferrara in pratica era già la proiezione della moderna difesa a tre. Parlo di situazioni diverse perché quello era uno spareggio vero e con partita di andata e ritorno alla fine il più forte passava. Ora questa formula non mi convince. Partita secca. Allora più giusto farla in campo neutro. Anche la semifinale».
Lo dice perché non teme la Macedonia del Nord?
«Gli avversari si rispettano tutti. Ma se l’Italia gioca un tempo ai propri livelli non ha nulla da temere da una squadra del genere. Però è chiaro che in campo neutro sarebbe più corretto per tutti. Anche se…».
Che cosa sta pensando?
«Il Portogallo è forte, ma attenzione perché in queste gare secche bisogna battere l’ansia. E a questo punto ne avranno sicuramente più loro giocando in casa. Se riprendiamo il filo del gioco passiamo noi. L’Italia con la propria storia e personalità ha scritto grandi pagine in campo avverso. Così abbiamo vinto con Zoff la semifinale Europeo contro l’Olanda del 2000 ad Amsterdam, davanti a un muro arancione. Poi penso alla semifinale mondiale contro la Germania 2006 stravinta a Dortmund con 70 mila tedeschi sugli spalti e Lippi che continuava a inserire attaccanti. Infine la finale dell’Europeo con l’Inghilterra, vinta alla grande a Londra dai ragazzi di Mancio. Che poi all’Olimpico contro la Svizzera hanno pagato la stessa pressione. Ecco meglio scaricare sugli altri le tensioni»