L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla giornata di B facendo il punto sulle gare giocate.
Spinto dalla brillantezza dei suoi impareggiabili talenti, ma prima ancora dallo spirito con cui Grosso alimenta il suo progetto, il Frosinone si conferma in vetta ribaltando di forza e di destrezza un Cosenza che un’anima non ce l’ha più. Bisoli è lontano e, chissà, mai tanto rimpianto! La 4ª vittoria di fila certifica che con i laziali bisognerà fare i conti. Intanto, si isolano lassù al comando, sorprendendo gli altri artefici di un miracoloso rilancio. La rifondazione avviata per lenire gli effetti collaterali sul conto economico causati dalla retrocessione e dal look down, continua a dare i suoi frutti. Aver ceduto Gatti alla Juve ha indicato un format di sostenibilità imprescindibile e da emulare con nuovi giovani letali. Intanto, frena in casa il Genoa che si fa riagganciare in pieno recupero da un Brescia mai domo. Impreca Blessin per le disattenzioni arbitrali. Ma non chiudere le partite può costare caro anche a un tecnico di scuola come lui. Spinge e risale l’Ascoli a Venezia con un Dionisi sempre più leader e un Collocolo fresco di rinnovo.
La 3ª vittoria di fila consolida Bucchi e riaccende le ambizioni del patron Pulcinelli che all’anonimato non si rassegna mai. L’interminabile attesa, fatta di amarezze e speranze deluse, è forse finita. Il Palermo trova un successo che allontana Corini da una crisi che s’era insinuata nella testa della sua squadra, fragile e vulnerabile, eppure capace di risollevarsi al “Braglia” contro un Modena rimaneggiato e spento. Al Cagliari, invece, non è bastato resettare i vertici dirigenziali con i clamorosi addii dei direttori Passetti e Capozzucca per avere la meglio di una Reggina che trova il primo pari dopo due sconfitte avvelenate. Caparbio, insiste Inzaghi che non firma mai per un punto, ma stavolta si tiene stretto il risultato contro un avversario indecifrabile. Imbattibile anche a Ferrara, Bisoli spiega a De Rossi che affermarsi in B non mai è casuale. Figuriamoci contro il multietnico Sud Tirol plasmato da uno specialista in imprese impossibili. Tra attenuanti e problemi irrisolti non riesce a vincere Cannavaro. Ma l’ospite era da temere anche in condizioni normali. Figuriamoci con più di mezza squadra fuori uso. E così il Benevento deve accontentarsi di un pari col Pisa che, dopo 2 ko, è già qualcosa. In attesa di tempi migliori non rinviabili: quel 17º posto e distante dalle ambizioni per le quali è arrivato.