L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul punto della 4^ giornata di serie B attraverso un articolo a firma Tullio Calzone.
Ardentemente desiderata, la sosta arriva propizia non tanto per tirare il fiato e scongiurare gli effetti collaterali del caldo asfissiante che non accenna a placarsi, quanto, piuttosto, per sistemare tatticamente le squadre finalmente senza fastidiose variabili di mercato. Gli organici sono nella sostanza definiti e, almeno sino a gennaio, non potranno essere modificati se non con ritocchi attingendo a liste di svincolati. Certo, ripensare a una sessione estiva di trattative che non si protragga sino alla 3ª giornata di campionato sarebbe un atto dovuto anche per non inficiare una programmazione già complicata da format intasati. Intanto la stagione appena entrata nel vivo s’interrompe per le Nazionali. Non prima, tuttavia, di aver fatto registrare nuove clamorose sorprese.
Complici gli assestamenti tattici derivanti dalle interminabili trattative agostane, l’interruzione delle operazioni permetterà agli allenatori di chiarire i propri principi di gioco e di far recuperare i ritardi di preparazione. Un’esigenza, per la verità, abbastanza diffusa perché sono state davvero poche le squadre che hanno potuto lavorare finora con organici definiti. Una complicazione non irrilevante e che in parte giustifica anche certi risultati non attesi e non in linea con i pronostici attesi. Si giustifica così l’altalenante andamento di un Palermo ancora in costruzione che Dionisi sta ritemprando con altri principi di gioco rispetto al contraddittorio recente passato e che va in difficoltà contro il calcio arrembante e verticale di Alvini che al Barbera davanti a quasi 26 mila tifosi non si lascia intimorire e carica a testa bassa, prendendosi un punto meritato e strettino per quanto visto in campo. Ma non sono solo i siciliani a soffrire comprensibilmente in questo avvio di stagione. Anche il Frosinone deve fare i conti con la Juve Stabia di Pagliuca non a caso lassù nel trittico di testa che col Pisa e i campani mette in evidenza lo Spezia di D’Angelo, uno che proprio non ci sta a vivere nell’anonimato. Come Re Pietro Iemmello che griffa con Biasci e Pontisso la prima vittoria del Catanzaro e certifica che il bello deve ancora arrivare.