Calzone: “I dolori di Corini vengono da lontano. Ed è tempo di curarli, il punto di giornata in B”

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” attraverso un articolo scritto da Tullio Calzone si sofferma sulle difficoltà del Palermo.

Indecifrabile e avvincente, rompicapo per costituzione, il campionato continua a disorientare finanche gli algoritmi prima ancora che gli umani abituati ad avventurarsi nei pronostici. L’unica certezza rimane don Fabio che, evitate due battute a vuoto con due preziosissimi pari, si gode lo spettacolo dopo aver assestato un altro colpo dei suoi. Il successo ottenuto al “Liberati” contro una Ternana sciupona e abbastanza lontana da quella ammirata solo nel turno infrasettimanale al “Barbera”, ha il valore aggiunto di respingere ogni tentativo di rimonta delle tante antagoniste che si azzuffano alle spalle.

La caparbietà di Pecchia si nutre soprattutto di umiltà, prerogativa fondamentale per affrontare ogni avversario allo stesso modo: come fosse, cioè, la partita della vita. E con una squadra capace di gestire le proprie energie e le proprie risorse, complice l’intelligenza del proprio allenatore che non è artificiale, ma tangibile. Il minutaggio spalmato sull’intera rosa disponibile fa sentire tutti partecipi del progetto e consente a ognuno di dare il meglio di sè. Se Capuano, poi, s’impappina come un principiante all’alba del match, se Raimondo fallisce un rigore e se Benedyczak è implacabile dagli undici metri complice il regalo confezionato da Amatucci con un improvvido intervento su Bonny, lo scenario iniziale si arricchisce di altri elementi positivi e premia una squadra coerente e costante.

Insomma, il Parma con le mani sulla A è una logica conseguenza di un atteggiamento mentale che ha consentito a Pecchia finora di dominare con merito. Coerenza e continuità sono qualità che non sembrano essere nel patrimonio di valori del Palermo di Corini. A cui non mancano sostanza tecnica e spessore, ma quando si arriva allo stacco decisivo per competere da pari grado per la promozione diretta, emergono limiti e incertezze che rimandano ogni discorso, appunto, al piano della mentalità. Anche a Brescia, la squadra siciliana si fa sorprendere dopo 30 secondi di gioco. Ribalta il match con Brunori e Di Francesco e poi cade sotto i colpi di Maran. E non può diventare un alibi l’espulsione di Marconi, pure evitabile e pesantissima. I dolori di Corini vengono da lontano. Ed è tempo di curarli e guarirli essendone chiara la causa. Che sta tutta nella testa. Dove altro se no?