Calcioscommesse: via all’udienza preliminare per 104 imputati. La Figc chiederà i danni solo per l’associazione, non per Conte. L’Atalanta va contro Doni…

“Tutto bene se non fosse per un particolare, non proprio secondario. Stamani a Cremona, dove va in scena il primo atto della maxi udienza preliminare figlia dell’inchiesta sul calcioscommesse (durata 4 anni e non ancora finita) condotta dal pm Roberto di Martino, il gup Pierpaolo Beluzzi prenderà nota delle parti civili pronte a costituirsi. Le previsioni parlano di un centinaio di soggetti, con le associazioni dei consumatori decise a dare battaglia per fare avere dei risarcimenti ai singoli tifosi (come è accaduto a Bari). Ma la loro presenza non farà rumore quanto quella della Federcalcio. Il motivo? Giusta e condivisibile la scelta della federazione di stare in prima linea, considerando il danno d’immagine patito dalle combine. Quello che sarà difficile da far capire ai cronisti (non solo a quelli stranieri) è un passaggio che sa molto di compromesso: l’eventuale richiesta danni sarà avanzata contro chi è accusato di associazione per delinquere, ma non per chi ha «solo» la frode sportiva, reato per il quale un tesserato paga con tre anni di squalifica. Come mai? Perché tra coloro che rischiano di finire a processo con questa imputazione (circa una trentina) c’è anche il c.t. della Nazionale, Antonio Conte. CORTOCIRCUITO Certo, il presidente Carlo Tavecchio ha già spiegato la linea della Figc lo scorso giugno, quando si era arrivati a parlare di dimissioni da parte di Conte se il pm di Martino ne avesse chiesto il rinvio a giudizio (cosa poi avvenuta per AlbinoLeffe-Siena, mentre sono cadute le accuse per NovaraSiena). «C’è la presunzione d’innocenza e vale fino a una sentenza definitiva. Siamo tranquilli: crediamo che il nostro c.t. possa dimostrare la sua totale estraneità. La condanna sportiva? Capitolo chiuso: squalifica scontata», aveva dichiarato il numero 1 della Figc proprio per evitare imbarazzi in vista dell’Europeo. Imbarazzi che però stamani in qualche modo torneranno: perché la mossa della federazione non è casuale. Evita, infatti, un paradosso: schierarsi (anche) contro il proprio commissario tecnico. L’ufficio legale ha scelto questa linea per evitare il cortocircuito, ma resta un mezzo pasticcio. Sembra quasi che la Figc abbia deciso di depenalizzare l’illecito, cosa impossibile perché una gara combinata (che ci sia o non ci sia alle spalle un’associazione a delinquere) è un disastro per un calcio credibile. E quindi, sarebbe il minimo chiedere i danni ai tesserati colpevoli. Ma questo, salvo colpi di scena, non accadrà. TEMPI LUNGHI C’è poi la questione Europeo da affrontare: le speranze che per giugno la posizione del c.t. sia definita, sono minime. Gli avvocati Cammarata e Arata, suoi legali, cercheranno di capire quale siano le strade meno trafficate per arrivare a una conclusione. Scartata quella del giudizio immediato (per saltare l’udienza preliminare), resta in piedi l’abbreviato. Ma ci vorranno un paio di mesi di udienze serrate per avere le idee più chiare, soprattutto per vedere se Conte sarà prosciolto dal Gup o se invece andrà a processo a Cremona oppure se il fascicolo finirà stralciato a Bergamo (con Siena ipotesi remota), luogo dove si sarebbe consumato il reato. Questo perché le accuse del pm, come spiegato, si dividono tra associazione a delinquere e frode sportiva. Nel primo caso non ci sono dubbi: il dibattimento resta dove si è generata l’inchiesta. Nel secondo caso la giurisprudenza non è così lineare, ma spesso ha trasferito i procedimenti individuando la competenza territoriale nel tribunale della città dove si sono svolti i fatti. Possibilità che sarà cercata da molti avvocati, specie quelli che puntano alla prescrizione (per Conte è nel maggio 2018), ma al contrario terrebbe il c.t. in sospeso per troppo tempo. Insomma, al momento è meglio aspettare udienza dopo udienza, senza fare previsioni. DONI E GLI ALTRI A proposito di parti civili: dovrebbero esserci anche molte società. Di sicuro ci sarà l’Atalanta (ieri a Zingonia c’era Federbet a parlare con prima squadra e giovanili proprio per la politica di prevenzione voluta dal club dopo le amare sorprese avute col problema scommesse) e questo segna un punto di rottura evidente col passato, perché dall’altra parte della barricata c’è l’ex bandiera Cristiano Doni (che ha ammesso al pm un paio di combine). E comunque stamani a Cremona la maxi udienza spiega bene quale sia stato (e ancora purtroppo lo è) il fenomeno combine in Italia: in 104 rischiano il giudizio (tra loro Mauri, Pellissier, Signori, Bressan, Sartor, Colantuono e molti altri) a causa di oltre 60 gare considerate alterate dall’accusa (più di 200 quelle sospette), quasi 50 gli arresti, oltre centomila le pagine dei faldoni, più di 1000 telefonini, pc e tablet sequestrati o controllati. E oltre 4 anni d’indagini per sgominare l’organizzazione straniera (comandata dallo slavo Ilievski, reo confesso) con ramificazioni a Singapore. Eppure c’è ancora qualcuno che vorrebbe minimizzare l’intera vicenda e indossare i panni delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo…”. Questo quanto scrive l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.