Si è svolta oggi a Milano l’Assemblea generale AIC. I delegati delle squadre, dopo l’approvazione del bilancio, sono stati chiamati al rinnovo delle cariche per il prossimo quadriennio (2024-2028). L’Assemblea ha eletto 25 consiglieri, mentre, il Consiglio Direttivo, svolto al termine dell’Assemblea, ha confermato alla presidenza Umberto Calcagno. Che si è espresso a margine dell’evento:
«Sono anche molto preoccupato alle mission che assegniamo alla B e alla Lega Pro. Negli ultimi 15 anni si è azzerato il mercato verso le categorie minori. Oggi il mercato della C muove poche risorse, 15 anni fa invece i conti erano differenti. Manca la distribuzione delle risorse verso il basso, in Europa siamo ultimi in questa speciale statistica. Le risorse generate dalle nuove competizioni non vengono veicolate verso le categorie minori. La filiera dei settori giovanili non viene tutelata come dovrebbe. La diminuzione delle squadre di A da 20 a 18? Deve essere parte di un accordo con la UEFA, la FIFA, altrimenti il nostro fondato timore è che non si gioca di meno ma si gioca meno solamente in A. Presenteremo un documento alla FIFA per creare una interlocuzione.
La domanda è che tipo di calcio vogliamo in futuro. Alcune dinamiche le abbiamo vissute, come agli inizi del 2000 dove c’era esigenza di un maggior numero di partite. I ricavi del nostro mondo sono aumentati del 15% ma sono aumentati del 50% anche i debiti. Se non si risana non si può immaginare che la parte apicale del sistema può redistribuire di più e meglio. Bisogna fare un salto di qualità da questo punto di vista, serve che la A dia delle mission alla B e alla C. Oggi si basa tutto sui prestiti e sui minutaggi, finalmente si è iniziato con il progetto delle seconde squadre per valorizzare la nostra filiera. E speriamo ci siano altre squadre del genere. I dati del minutaggio in C dicono che solamente l’8% dei formati nei settori giovanili gioca nella categoria. Un sistema che oggettivamente non può funzionare con queste modalità».