«La mia squalifica? Sono stati cinque mesi difficilissimi, soprattutto quando pensi di non aver ucciso nessuno. E’ stata un’ingenuità, ma non ho fatto nulla di male: al primo grado presi quattro anni, poi due; sono stato sbattuto in prima pagina per mesi. Nemmeno un killer meritava di ricevere questo trattamento. Essere etichettato come uno che voleva combinare una partita è stato veramente ridicolo. Ci sono stati momenti brutti in cui ho pensato di smettere. Ma non potevo finire la mia carriera così. Con il Parma siamo rimasti in ottimi rapporti: volevo ringraziarli perché mi sono stati vicini e mi hanno sostenuto nella battaglia legale. Avevo voglia di una piazza del Sud, una piazza calda che ti dà responsabilità. Salerno mi è capitata a pennello. Il mio obiettivo attuale e futuro è quello di arrivare a 200 reti in carriera con questa maglia». Queste le parole rilasciate da Emanuele Calaiò, attaccante della Salernitana, ai microfoni di