“Due partite per dare un segnale di vita, per dire che questo Palermo ha ancora voglia di lottare e vuole dare un senso ad una stagione che ha preso una deriva inesorabile. La sconfitta con il Sassuolo, la terza consecutiva, è la più bugiarda di tutti, perché il Palermo ha giocato alla pari per gran parte del match con la capolista della B. Ma come nella vita, anche nel calcio non si vive di sola gloria. Per evitare contestazioni (a Reggio Emilia ancora cori pesanti contro i soliti noti) e fischi, servono i risultati e il Palermo, purtroppo, da troppo tempo non ne fa più.
Ventuno punti in diciotto partite certificano che la situazione è grave. Gli ottimisti (rarissimi ormai) sostengono che i play-off, in fondo, sono a due punti. I pessimisti (quasi tutti) arguiscono che l’ultimo posto è solo a cinque lunghezze e che i play-out distano appena tre punti. Visto l’andazzo, non si può che sposare la tesi di chi vede solo nubi nere sul prossimo cielo del Palermo. Non si tratta di essere «nemici della contentezza», semmai di sano realismo. Perché il Palermo nelle ultime undici partite ha conquistato la miseria di dieci punti.
La squadra ormai s’è attorcigliata su sé stessa e forse non crede più in quello che fa, Dionisi s’è incartato (cambi di modulo, sostituzioni fantasiose, scelte discutibili). La società, però, si è concessa un’altra settimana di tempo prima di prendere eventuali misure draconiane. La nuova deadline è fissata per domenica prossima quando il Palermo chiuderà il suo 2024 al Tombolato di Cittadella (luogo funesto per i rosanero…).
I prossimi sei giorni sanno di ultima chiamata per tutti: se non ci sarà una reazione contro il Bari giovedì prossimo e poi appunto domenica contro i veneti, una linea dovrà essere tracciata per forza. Senza un sussulto in queste ultime due partite, infatti, ci sarà il rischio di trovarsi in una situazione ancora più seria di quella attuale. E se non si prenderanno provvedimenti, si dovrà accettare anche una contestazione ancora più forte perché i tifosi continueranno a pretendere un cambio in panchina e anche altrove.
Dionisi in tre giorni può ancora raddrizzare la sua stagione e quella del Palermo, ma il vero segnale deve arrivare dalla squadra. Se non giocherà per l’allenatore come avviene in questi casi (e a Palermo situazioni così in passato ce ne sono state tante…), allora il destino di chi sta in panchina è segnato”.