L’edizione odierna de Il Giornale di Sicilia si sofferma sul Palermo e sul caso Brunori attraverso un articolo a firma Luigi Butera.
Anche quest’anno ci proviamo il prossimo? Per la promozione diretta sembrerebbe di sì, perché il Palermo è lontano dalla vetta come la Terra dalla Luna. Le tre squadre in testa (Pisa, Sassuolo e Spezia) vanno veloci come Verstappen, mentre i rosanero arrancano come un’utilitaria con duecentomila chilometri sul motore. Dunque, a meno di clamorosi flop di chi sta davanti, non resta che inseguire i play-off, l’unico obiettivo possibile. A patto, ça va sans dire, che si decida di rottamare subito l’ultima versione di questo Palermo e passare a un modello più moderno che garantisca maggiore affidabilità.
Il tipo di campionato che sta giocando il Palermo si intuisce dai risultati ottenuti con Salernitana e Cittadella, due squadre che hanno vinto solo una volta nelle ultime dieci e nove partite che hanno giocato. E sapete con chi e dove l’hanno fatto? Con il Palermo al Barbera… Basta questo per capire che non ci siamo e che, continuando così, si rischia di andare a sbattere contro un iceberg come il Titanic.
Il pericolo di affondare c’è, perché l’aria che tira è brutta. Ci sono troppe cose che non funzionano. La partita di Frosinone potrebbe essere un punto di non ritorno, e non solo per il risultato (quel gol dopo due minuti sembrava un passepartout, invece è arrivata la solita rimonta). Dopo la sconfitta con il Cittadella, servivano risposte; invece, venerdì s’è vista ancora la versione sbiadita del Palermo. Una squadra che non riesce a diventare grande, nonostante il vangelo sparso da Segre & Co. nelle ultime settimane. È difficile, infatti, essere d’accordo con i rosanero quando affermano che il Palermo è “sulla strada giusta” e che il “gruppo è compatto”.
Onestamente non sembra proprio così, altrimenti non si spiegherebbe la classifica attuale, né il cammino da lumaca delle ultime cinque partite (sei punti).
Rimbombano, poi, le parole di Dionisi a proposito di certe scelte a Frosinone: “Gioca chi spinge di più in allenamento”. Siccome la domanda era sull’esclusione di Brunori, va da sé che il centravanti durante la settimana non lavora come dovrebbe. Un ulteriore indizio che tira brutta aria e che il capitano (ormai ex, visto che non gioca più) è un caso che rischia di fare implodere tutta la squadra.
Ecco perché non c’è tempo da perdere. Se durante questa sosta non si rimettono a posto i cocci, allora serviranno altre riflessioni. E nessuno potrà essere risparmiato.