Butera: “Palermo, siamo sicuri che era solo colpa di De Sanctis?”

Nel suo articolo pubblicato oggi sul Giornale di Sicilia, Luigi Butera analizza uno dei momenti più critici della stagione del Palermo. L’esonero del direttore sportivo Morgan De Sanctis e del suo collaboratore Giulio Migliaccio ha rappresentato una mossa drastica da parte della società, che ha scelto di affidarsi all’esperienza di Carlo Osti per cercare di dare una svolta alla stagione.

Come sottolinea Butera, però, restano molti interrogativi. Questo cambio dirigenziale sarà sufficiente per sanare i problemi evidenziati dalla classifica e per ricostruire un rapporto con la tifoseria, profondamente incrinato dopo una serie di risultati negativi?

Una testa è saltata, e a molti va bene così. A tanti altri, però, no. Perché il solo esonero del direttore sportivo e l’arrivo di uno nuovo navigato (Carlo Osti) sembrano una foglia di fico che non può coprire e giustificare tutti i guasti di questo Palermo. Che sono tanti e anche certificati da una classifica preoccupante, nonché da una frattura con i tifosi che mai si era vista dopo la rinascita.

Dopo giorni di riflessione, a Manchester hanno pensato che mandare via De Sanctis (e il «compare» Migliaccio) fosse la mossa giusta per sanificare l’ambiente. Interno ed esterno. Insomma, è come se fosse stato individuato un solo colpevole di tutto quello che è accaduto – in campo e fuori – da inizio luglio al 29 dicembre scorso, quando il Palermo ha perso l’ottava partita della sua sciagurata stagione in casa del Cittadella e s’è ritrovato undicesimo in classifica (a +4 dalla zona play-out) prima della sosta di fine anno.

Era davvero il ds il «carnefice» di questo Palermo? Non ci vorrà molto tempo per scoprirlo, perché l’esonero di De Sanctis ha tolto alibi alla squadra e a Dionisi, che adesso dovranno sbracciarsi per dimostrare che la società ha imboccato la strada corretta.

Sotto esame c’è soprattutto il tecnico che era nell’occhio del ciclone esattamente come De Sanctis e che, invece, l’ha fatta franca, nonostante i sondaggi per cercare un suo sostituto ci siano stati.

Per recuperare credibilità e tentare di ricucire il rapporto con i tifosi, Dionisi deve inventarsi un numero di magia che non può essere la costruzione a 3 da dietro o i due trequartisti alle spalle di una sola punta.

Se vuole davvero restare attaccato al Palermo, Dionisi deve fare molto di più, ricorrendo anche a decisioni forti. Sostenere che qualcuno si allena male (vedi Brunori nel passato) e poi fargli giocare un quarto d’ora è senza senso. Tempo per i compromessi non ce n’è più, perché il campionato s’è messo male e il Palermo ha l’obbligo di tornare a vincere subito.

Ecco perché il tecnico deve tirare una linea nei rapporti con la squadra ed eventualmente fare fuori chi non crede più in questo progetto (gennaio cade a fagiolo…). Provando a costruirsi anche qualche leader in campo.

Se non ci riuscirà, allora Dionisi darà ragione (e sono tanti, sicuro) a chi sostiene che l’esonero di De Sanctis è stato solo un’aspirina e che doveva cadere anche la sua testa.